mercoledì, Ottobre 16, 2024
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Sanità gardesana. Il direttore generale dell’Azienda di Desenzano non ha dubbi: è tempo di scelte per non perdere i fondi Dove sorgerà? Mauro Borelli ipotizza Roè Volciano: se ne discute lunedì

Ospedale nuovo, Salò e Gavardo addìo

Il destino degli ospedali di Salò e di Gavardo è ormai deciso: chiuderanno entrambi, uno dopo l’altro, per essere sostituiti da una nuova struttura che verrà costruita probabilmente a Roè Volciano. Lo ha annunciato ieri il nuovo direttore generale dell’Azienda ospedaliera, ing. Mauro Borelli, che lunedì incontrerà i sindaci di Salò, Gavardo e Roè con le Comunità montane dell’Alto Garda e della Valsabbia, per dire due cose: che in Regione sono disponibili 70 miliardi di vecchie lire per costruire il nuovo ospedale, e che bisogna però decidere in fretta dove realizzarlo, pena il rischio di perdere i fondi. «Finora si è parlato di Roè Volciano come probabile sede – spiega Borelli -, dove l’Azienda possiede un terreno adatto. Lascio la decisione agli enti locali, purchè sia rapida». Sui tempi e sui modi dell’operazione, c’è già qualche punto fermo. Il vecchio ospedale di Salò chiuderà definitivamente entro sei mesi: lo stabile sarà alienato sul mercato immobiliare e non ospiterà mai più nessuna struttura sanitaria pubblica. Entro questi sei mesi, i servizi che attualmente rimangono (poliambulatori, dialisi e poco altro) verranno spostati in sedi provvisorie a Salò, ma vi resteranno solo fino a quando non sarà pronto l’ospedale nuovo. Quanto alla chiusura di Gavardo, si prevedono tempi più lunghi, benchè sul suo futuro venga usata una parola inequivocabile: dismissione. Per qualche anno l’ospedale gavardese rimarrà in piena attività, e sono previsti piccoli o grandi interventi di ristrutturazione dello stabile esistente, oltre all’attivazione di nuovi servizi come urologia. Ma non appena sarà pronto il nuovo nosocomio, anche Gavardo farà la fine di Salò: chiuso, dismesso, con l’immobile venduto per fare cassa. Incerti i tempi: «L’Italia è il Paese in cui per costruire un ospedale ci vogliono 15 anni – fa notare l’ingegnere -. Io conto di metterci molto meno, e intanto Gavardo resta, ma è solo un conto alla rovescia. Del resto, i 70 miliardi messi a disposizione dalla Regione non bastano per costruire un ospedale. Da qui nasce la necessità di vendere i due immobili, Salò e Gavardo». Il piano dell’Azienda è una sorta di project financing: è previsto che un privato acquisti i vecchi immobili e che, in base a uno speciale capitolato d’appalto, finanzi almeno in parte la costruzione della sede nuova. «Ci vorranno cinque o sei mesi – viene spiegato – per studiare un capitolato adatto alle nostre esigenze». Impossibile fare ora previsioni esatte sulle caratteristiche del futuro ospedale: l’unica cosa quasi certa è che sarà dimensionato sui 180-200 posti letto, con caratteristiche funzionali da studiare insieme ai responsabili degli attuali dipartimenti medici. «Non prevediamo una struttura lussuosa con marmi e rubinetti d’oro – precisa l’Azienda -: al centro del progetto ci saranno gli aspetti impiantistici e funzionali. Dobbiamo infatti prevedere che anche l’ospedale nuovo sarà obsoleto dopo 30 anni di vita. Il concetto base del progetto sarà quello di un ospedale perfetto per le esigenze del momento attuale, ma che fra 30 anni potrà essere a sua volta smantellato senza rimpianti».

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