Un’estate decisamente tranquilla, almeno finora, quella tra i surfisti e la Navigarda. Fino a qualche anno fa, come si ricorderà, erano frequenti le collisioni tra velisti sulla tavola e motonavi, soprattutto nelle acque davanti a Malcesine, Torbole e Limone. Con sinistri purtroppo anche mortali come quello avvenuto al largo, tra Riva e capo Reamol di Limone, nel quale uno sfortunato surfista uscì orribilmente decapitato dall’elica dell’aliscafo. Una «guerra» che nessuno aveva dichiarato ma che, purtroppo, a causa del massiccio intasamento di surfisti e dell’assenza di precise disposizioni in materia di navigazione (la legge interregionale del Garda risale ormai al settembre 1983), era scoppiata ugualmente. Sul banco degli imputati erano saliti i timonieri della Navigarda, i cui battelli navigavano in mezzo ai campi di regata o troppo a ridosso della costa. Niente di più falso, invece. Infatti, la navigazione sulle acque interne segue da sempre delle precise rotte di linea, disegnate e approvate dagli organi ministeriali. Le manovre di accosto, inoltre, prevedono particolari cautele. Purtroppo, con il boom degli sport nautici, in primis quello del windsurf, il lago di Garda, soprattutto nella parte settentrionale, ha cominciato a farsi sempre più stretto. E’ scoppiata dunque la pace, dopo anni di duri scontri e polemiche? «Diciamo che si è venuto a creare un buon clima di convivenza, di collaborazione tra circoli velici ed azienda – dichiara l’ingegner Marcello Coppola, direttore generale della Navigarda – e questo grazie alla continua campagna di informazione e ad una sicura presa di coscienza dei velisti». In effetti, gli stessi circoli nautici e le scuole di vela stanno facendo la loro parte informando i diportisti dei pericoli e delle norme basilari di navigazione (precedenze, manovre, segnali nautici, eccetera). Le navi di linea sono tornate da un po’ di tempo ad attraccare regolarmente a Torbole, mentre per ora questo scalo continua ad essere tabù solo per gli aliscafi. Questo perchè in determinate condizioni di pericolo l’aliscafo, essendo un mezzo velocissimo, rischierebbe di investire qualcuno. La vigorosa azione di prevenzione, come tiene a sottolineare Coppola, sta dando comunque i suoi frutti. Intanto l’azienda di navigazione si avvia a un’altra stagione di record. Lo scorso anno è stato sfondato il tetto dei 2 milioni di passeggeri, quest’anno si prevede un’ulteriore impennata. E ci sarà battaglia anche tra le località che guidano la hit parade del movimento passeggeri. Nel 2000 a guidare la classifica era stato Limone (540.000 passeggeri), seguito da Sirmione (495.000), Riva del Garda (490.000) e Malcesine (488.000). La cittadina scaligera tenterà il colpo per superare Limone. Staremo a vedere. Ma non solo turisti trasporta la Navigarda, anche perchè è appunto azienda di trasporto pubblico. In seguito alla frana di Limone, ad esempio, due traghetti per 19 ore al giorno hanno fatto la spola tra la cittadina e Riva, fino a toccare le 48 corse giornaliere. Dal 1 gennaio all’8 luglio, periodo di chiusura della Gardesana, i traghetti hanno trasportato ben 98 mila auto, 1400 autobus, 16 mila camper e camion, oltre 25 mila cicli e motocicli. Gian Battista Martinelli, sindaco di Limone, ha voluto ringraziare la Navigarda per questo impegno notevole di mezzi e uomini. «Limone era divenuta un’isola raggiungibile solo dal lago», ha sottolineato giustamente Martinelli. Adesso la Navigarda guarda ancor più lontano. Tra un mese verrà assemblato nel cantiere di Peschiera il nuovo catamarano capace di trasportare più di 200 persone. Entrerà in servizio nel 2002.