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Gli esperti tranquillizzano: «Nessun pericolo dai volatili domestici». Monitoraggio sulla fauna della sponda veronese del Garda

«Parchi e lungolago, niente paura»

Da beniamino di bambini e turisti a «untore», il passo è stato davvero breve per il cigno reale, una delle specie di anatide più diffuse nella provincia. Talmente diffuso da creare in queste ore un allarme ad ogni latitudine del Bresciano. Centinaia di famiglie che fino a sabato passeggiando sul lungolago di Desenzano o sulle sponde del Naviglio di Isorella ammirando l’eleganza delle colonie di cigni temono ora per la propria salute. Ma gli esperti smorzano l’effetto panico. «Le mamme possono portare tranquillamente i bambini nei parchi o lungo gli specchi d’acqua – ha ribaditoFabrizio Pregliaco virologo dell’Università di Milano intervenendo a un convegno con Anna Moreno Martin, dirigente del reparto di virologia dello Zooprofilattico di Brescia -: il contatto a rischio può esserci, solo se molto ravvicinato con l’animale morto. Il problema mondiale è al momento solo veterinario e non può riguardare una provincia, anzi un Paese, dove l’uomo non vive a streto contatto con l’uomo». Gli esperti hanno confermato che specie come il piccione o il canarino sono immuni dal virus e che il passaggio dei cigni «nel Meridione «è stato causatodall’ondata di freddo dell’Est che ha costretto i volatili a spingersi fino alle coste adriatiche». Ma c’è anche un altro dato confortante: «Il ceppo virale riscontrato sui cigni trovati in Sicilia e Calabria è fra i più aggressivi – spiega il virologo gardesano Andrea Romano – questo impedirà che si creino portatori sani in grado diffondere il virus nelle migrazioni. I volatili trovati morti a Sirmione? Nulla di preoccupante in altre situazioni nessuno ci avrebbe fatto caso: in questo periodo il freddo abbinato all’inquinamento e alle patologie specifiche della specie fa una radicale selezione naturale. Giusto comunque tenere alta la guardia». Intanto dalla sponda veneta dal Garda arriva la notizia che il monitoraggio sull’avifauna proseguirà fino a giugno. «Da ottobre – ha spiegato l’assessore provinciale all’Ambiente di Verona Lica Coletto -, sono stati prelevati ottocento animali della famiglia di antaidi cioè anitra e uccelli acqutaici. I test sono sempre stati negativi». Infine la presa di posizione del Wwf che opponendosi a drastiche misure di abbattimento delle zone a rischio, Garda e stagni della Bassa compresi, ritiene «urgente varare una campagna di informazione per i cittadini invitandoli ad evitare ogni contatto con specie selvatiche ed evitare anche di dar da mangiare a migratori che mostrano particolare confidenza con l’uomo». Alzare quindi la guardia soprattutto nellearee urbane dove i selvatici possono rifugiarsi.

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