venerdì, Marzo 29, 2024
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Primo premio assoluto quale miglior processo partecipativo in Italia e all’estero, vinto al concorso internazionale promosso dalla Regione Toscana

Parco fluviale del Sarca: primo in partecipazione

Primo premio assoluto quale miglior processo partecipativo in Italia e all’estero, vinto al concorso internazionale promosso dalla Regione Toscana (Settore Ufficio osservatorio elettorale regionale e Partecipazione) e dal Comune di Montaione (Firenze), nell’àmbito della seconda edizione del meeting «Le giornate di Montaione: democrazia e partecipazione»: per il progetto del Parco fluviale del fiume Sarca, promosso dai Comuni di Arco, Dro, Nago Torbole e Riva del Garda, un successo di grande prestigio. A ritirare il premio, venerdì 19 novembre a Montaione, l’assessore all’ambiente di Arco Massimiliano Floriani, il presidente del consiglio comunale di Dro Vittorio Berlanda, il consigliere comunale di Nago Torbole Valentina Civettini e l’assessore all’ambiente di Riva del Garda Renza Bollettin. Si tratta di appuntamento annuale di riflessione e dibattito sui processi pubblici inclusivi e sulla progettazione partecipata a livello nazionale e internazionale organizzato da Regione Toscana e Comune di Montaione con la collaborazione dell’Autorità regionale per la Partecipazione, del Garante regionale della Comunicazione, di ARPAT (Sistema toscano per l’educazione ambientale) e della Rete delle Agende21 locali della Toscana. Nel corso delle Giornate, che si sono svolte venerdì 19 e sabato 20 novembre a Montaione, sono stati assegnati due premi sul tema della partecipazione: uno al miglior processo partecipativo in Italia e all’estero; l’altro alla migliore ricerca sui temi della partecipazione (riservato a giovani ricercatori under 35). E la commissione scientifica, presieduta dal professor Luigi Bobbio, ha giudicato miglior processo partecipativo in Italia e all’estero quello del Parco fluviale della Sarca, presentato dai comuni di Arco, Dro, Nago Torbole e Riva del Garda. Secondo classificato il progetto «Europolis» dell’Università di Siena, terzo «Piazza Fontana: laboratorio di città» del Comune di Rozzano (Milano). Al quarto e quinto posto due progetti inglesi, «The Combe Down Stone Mines Project» del Bath & North East Somerset Council, e «Village Design Statements» di BDOR Limited. Seguono i progetti «Europetition» dell’Università romana di Tor Vergata, «Concertation pour un plan d’égalité entre les femmes et les hommes» del Conseil Général Val de Marne (Francia) e il «Centro storico sognato» del Comune di San Leo (Rimini). «Una grandissima soddisfazione – commenta l’assessore Florani – che va riconoscere e mettere in rilievo proprio l’elemento con il quale abbiamo voluto caratterizzare fortemente questo progetto: la partecipazione. Una scelta portata avanti con determinazione nonostante la complessità di gestione di un progetto così innovativo, ma che siamo certi pagherà: perché solo se un progetto è realmente partecipato, vissuto e condiviso sarà in grado di creare quel processo culturale che ne costituisce l’essenza. Il progetto non è certo concluso, la partecipazione ha bisogno dei propri tempi, di una elaborazione complessa, ma la prossima tappa è vicina: contiamo già dal prossimo gennaio, infatti, di riprendere l’attività con la riattivazione dei laboratori».  Il progetto di Parco fluviale del Sarca, Comune capofila Arco, è curato dallo studio associato di progettazione ambientale «Elementi» di Firenze. I lavori per la sua realizzazione collettiva e partecipata hanno preso avvio nel settembre 2009 e creato – prima risultato di partecipazione e confronto – un apposito tavolo in cui le quattro comunità si Arco, Dro, Nago Torbole e Riva del Garda per la prima volta hanno iniziato a pensare in modo organico e unitario il proprio territorio. Risultato: qualcosa come 400 presenze complessive, la partecipazione di 22 associazioni locali, tre di categoria, otto attori economici, 13 enti e istituzioni, 52 singoli cittadini. Inoltre, 25 interviste strutturate e cinque conferenze dei sindaci. E poi un fitto programma di lavoro partito con un corso iniziale d’aggiornamento per facilitatori, figure chiamate a gestire il complesso processo, proseguito poi con incontri, escursioni, laboratori territoriali, atelier sociali, raccolta di materiale e d’informazioni tecniche e storiche.  E ancora, passeggiate di ricognizione del fiume, laboratori, «open space technology», atelier sociali, tavoli tematici e anche l’allestimento di una mostra-atelier. Infine, per volontà dei partecipanti, la Carta del Sarca, un documento che riassume i principi ispiratori e le linee d’indirizzo del progetto, e la Casa del parco, una sede fisica, itinerante sul territorio, in cui dare concreta ospitalità all’idea stessa di parco e supporto alle iniziative. In prospettiva, l’istituzione di un laboratorio territoriale permanente per dare continuità alle forme di confronto e approfondimento attivate. In prospettiva resta l’obiettivo dell’attivazione di un Parco fluviale locale, nel quadro della legge provinciale 11/2007 e del Piano urbanistico provinciale 2008, attraverso un accordo di programma e un piano di gestione da sottoscrivere a cura delle municipalità coinvolte (che nell’intenzione dovrebbero aumentare fino a coinvolgere tutte le comunità lungo il corso del fiume) e della Provincia autonoma di Trento. Si ricorda che è stato realizzato un sito web (www.progettosarca.it), oltre ad una news letter già ampiamente frequentata. Il progetto di un parco fluviale della Sarca è nato da un precedente, attivato nel 2007 dal Comune di Arco, dal titolo S.A.R.C.A., ovvero «Spazio Acqua per riscoprire la Cultura dell’Acqua», dedicato alla promozione della cultura e del valore dell’acqua, con la creazione di uno spazio permanente dedicato al tema e con una serie di iniziative di animazione territoriale, informazione e formazione. «Un successo che viene da lontano – dice l’assessore Floriani – e dalla lungimiranza di chi mi ha preceduto: per questo mi sembra doveroso, in questo momento, ricordare il lavoro degli assessori all’ambiente Fabrizio Miori e Roberta Angelini».   Il parco fluviale della Sarca Tra gli interventi concreti proposti dal progetto, quelli di riqualificazione fluviale prevedono interventi di naturalizzazione e riqualificazione delle sponde e degli ambienti tipici del corridoio fluviale, di ripopolamento ittico, di potenziamento delle connessioni ecologiche e d’incremento della qualità dell’acqua. In linea generale, il progetto prevede di ristabilire, dove possibile, la situazione di un tempo, quando il fiume presentava una diversificazione e una varietà morfologica – fondamentali per l’ecosistema acquatico – molto più marcate d’oggi. All’interno del programma specifico per la diversificazione degli ecosistemi, sono proposti alcuni interventi puntuali, studiati per aree che si prestano particolarmente ad una decisa riqualificazione naturalistica: sono quelle nei tratti di fiume di ponte Maso del Gobbo, di località Isole, della Moleta, della zona industriale di Arco, della foce del rio Salone e della foce della Sarca. Tutti progetti che necessitano, naturalmente, di approfondimenti tecnici e, dov’è il caso, della disponibilità dei proprietari privati, ma che costituiscono un’indicazione forte e operativa del progetto di parco fluviale.  Per quanto riguarda la popolazione ittica, il progetto mette in luce la necessità di realizzare, soprattutto in corrispondenza degli sbarramenti idroelettrici, adeguati passaggi per i pesci, oltre al potenziamento degli attuali interventi di ripopolamento, particolarmente di due specie caratteristiche e a rischio estinzione quali la trota lacustre e la trota marmorata. Un capitolo a parte riguarda la gestione dell’invaso di ponte Pià che intrappolando tutti i sedimenti provenienti da monte, àltera significativamente il regime delle piene ordinarie: il progetto indica come necessario, al riguardo, un nuovo protocollo di gestione di HDE, Hydro Dolomiti Energia.  Una delle linee d’intervento del progetto riguarda la fruizione del parco: in particolare, si evidenzia l’opportunità di strutturare, a partire dall’esistente, una rete ciclopedonale completa, dalla sorgente alla foce della Sarca, oltre che di sentieri e percorsi a cavallo. Ancora, di realizzare punti di accesso privilegiati da identificare come «porte del parco»; percorsi di accesso e fruizione del fiume adatti a persone portatrici di disabilità; aree attrezzate (già previste dai PRG e in alcuni casi solo da potenziare) fortemente caratterizzate nel loro rapporto col fiume; aree per la balneazione in sicurezza, perlopiù dove storicamente presenti. Ricade in quest’ambito d’intervento anche l’apertura della Casa del parco quale luogo «catalizzatore di socialità» e centro di promozione e fruizione turistica del parco.  Un obiettivo del parco è la promozione di forme di turismo sostenibili: da qui l’idea di programmi formativi laboratoriali imperniati sulla conoscenza dell’ecologia del fiume,  del ciclo delle acque, della formazione del paesaggio, della produzione idroelettrica, anche in sinergia con forme di ospitalità rurale e iniziative simili, attivabili in conseguenza  dell’azione del Distretto Agricolo. 

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