lunedì, Maggio 6, 2024
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La «lacustre del Garda» guarda al Sarca come habitat ideale per la riproduzione

Parco fluviale per una nobilissima trota

Sono state le trote le grandi protagoniste del dibattito che si è svolto l’altra sera ad Arco, presso Palazzo Panni. Un momento di confronto, organizzato dall’assessorato all’ambiente del comune arcense, a cui hanno preso parte sia le associazioni ambientaliste che i pescatori della zona ma anche i rappresentanti del mondo politico e vari esperti del settore ittico. Filo conduttore della serata la presentazione del progetto “trota lacustre del Garda” che la Provincia ha commissionato all’ittiologo Lorenzo Betti e all’ingegnere Giuliano Trentini. Uno studio, questo, che nell’immediato si pone come obiettivo quello di riuscire a recuperare il ceppo originario della cosiddetta “trota gardesana” ma che in realtà si prefigura, come risultato finale, la realizzazione del tanto citato “parco fluviale del Sarca”. Il progetto, presentato dall’assessore provinciale all’ambiente Iva Berasi assieme al collega arcense Fabrizio Miori, presuppone tutta una serie di interventi mirati come l’eliminazione delle barriere che ostacolano alle trote la risalita del fiume (tramite la costruzione delle “scale di monta”) ma anche l’aumento considerevole del rilascio d’acqua nel Sarca (di almeno il doppio dell’attuale portata). «La serata è stata fruttuosa – ha spiegato l’assessore Miori – sia in termini di partecipazione che di contributi apportati. Questo progetto è solo il primo tassello di un discorso più ampio il cui fine ultimo è il parco fluviale».

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