martedì, Aprile 30, 2024
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Il primo scorcio d’estate sul lago si è chiuso con il segno negativo. Male Limone, Sirmione, Desenzano, si salva la Valtenesi

Pochi tedeschi e non spendono

Da Limone a Sirmione, la denuncia degli operatori turistici è netta: calo di presenze negli alberghi e dei consumi. E tra le bandiere straniere, quella tedesca è la meno visibile. La perdita consistente dei turisti germanici, tradizionali clienti della riviera, è quella che preoccupa di più operatori e osservatori. Il mese di luglio ha superato il giro di boa con un bilancio in secca perdita. Se anche agosto dovesse confermare questa tendenza negativa, allora si potrà parlare di un mezzo disastro. A salvarsi in parte da questa débacle sono per ora le strutture all’aria aperta, campeggi, villaggi turistici, grazie probabilmente alle tariffe più contenute. Anche i commercianti piangono: i consumi sono calati notevolmente. Del resto, la situazione di perdita del nostro mercato turistico è generale. Il Garda non è riuscito a sottrarsi, nonostante i prezzi siano stati sostanzialmente mantenuti fermi ai livelli dello scorso anno. L’ultima indagine commissionata dall’Osservatorio turistico-alberghiero di Federalberghi, che prende in esame i primi sei mesi del 2003, rileva che «sono stati persi 3 milioni di pernottamento e 1 miliardo di euro di giro d’affari. Nonostante l’affollamento dei fine settimana che si registra sulle spiagge e sulle autostrade, manca il turista che pernotta. «Stiamo perdendo consistenti quote di clienti stranieri – osserva Bernabò Bocca, presidente della Federalberghi – ma anche quote di italiani i quali stanno sfruttando l’apprezzamento dell’euro per andare maggiormente in vacanza all’estero. Occorrono misure urgenti – conclude Bocca – altrimenti il 2003 rischia di divenire un annus horribilis per il settore, che ha fatturato 72 miliardi di euro nel 2002 (il 7% del Pil) e dà lavoro ad oltre 2 milioni di persone». L’economia del lago, che si basa prevalentemente sul turismo, rischia quindi grosso. Solo sulla sponda bresciana sono aperti 374 alberghi con 18.100 posti letto (sull’intero bacino gardesano sono rispettivamente 1030 e 52.917: fonte Comunità del Garda). Gli operatori turistici sono tutti d’accordo nel denunciare l’assenza della clientela straniera, specie quella tedesca, e una campagna di prenotazioni per agosto che non decolla. Si parla di una diminuizione di presenze che oscilla tra il 10 ed il 20% in luglio. Non si scoraggia, però, Paolo Rossi, presidente degli albergatori bresciani, che punta già al futuro per individuare nuiove strategie e, magari, nuovi orizzoni di mercato turistico. «Siamo influenzati pesantemente dalla grave crisi economica della Germania e di altri paesi europei. Se a maggio e giugno abbiamo tenuto abbastanza bene grazie all’estate anticipata, temo che i maggiori problemi emergeranno in seguito. «Questo, paradossalmente, con un’estate dalle condizioni meteo invidiabili rispetto a quelle della passata stagione. Suggerisco – conclude Rossi – di affrontare il resto della stagione con la consapevolezza di questo scenario e di impegnarci a discutere per un rilancio già alla fine di settembre». Da Limone abbiamo raccolto le impressioni del presidente locale degli albergatori, Gianfranco Montagnoli. «Il calo c’è, purtroppo, e una delle cause va ricercata nel posticipo delle ferie programmate in alcune regioni tedesche al 26 luglio. Ci troveremo perciò un agosto superaffollato, con italiani e tedeschi tutti assieme per la prima volta. E si lavorerà malissimo. Comunque è un mese di luglio scadente». Nella Valtenesi, dove c’è la più alta concentrazione di villaggi turistici e campeggi dell’intera costa bresciana, si respira per il momento un’aria meno pesante. «Una politica di mantenimento dei prezzi e il tempo decisamente favorevole ha spinto tedeschi e italiani a scegliere la nostra zona – rileva Isidoro Bertini, imprenditore e sindaco di Manerba -, le prenotazioni sono abbastanza incoraggianti ma c’è comunque un pessimismo che aleggia specie sui consumi: il turista spende di meno e quindi sono penalizzati ristoranti e negozi. In termini di presenze, grazie a maggio e giugno eccezionali, non c’è per ora un calo: vedremo più avanti». Vanno male gli affari anche tra i noleggiatori e tra i gestori di stabilimenti balneari. Rosanna Baviero dell’Italnolo di Sirmione: «Registriamo un calo di almeno il 30-40% di presenze, ci salviamo solo nei fine settimana grazie ai turisti pendolari. La contrazione di clienti la notiamo dalla nostra agenda dello scorso anno: e pensare che le condizioni meteo sono per il momento eccezionali?». Alberto Perinelli, presidente dell’associazione Noleggiatori del Garda: «Mai assistito a una stagione così negativa, a luglio abbiamo avuto un calo pauroso: motoscafi, pedalò, restano sulla spiagge. E anche le escursioni sono calate di molto». Perfino le scuole di surf denunciano una crisi. Federico Martini, alle spalle trent’anni di istruttore a Colombare, lamenta «una perdita del 30% di clienti, mai prima d’ora avvenuto». A Desenzano, «i primi quindici giorni di luglio sono andati male, dopo un mese di giugno che era stato sufficiente». Lo sostiene Saverio Ziliani, presidente del consorzio, che sollecita la «realizzazione di infrastrutture degne di una città turistica come Desenzano, altrimenti si perderanno quei punti necessari per incoraggiare la clientela a scegliere il lago di Garda. Incoraggianti invece le prenotazioni che giungono dagli italiani, si spera di recuperare presenze in agosto». Infine, Sirmione. Il calo più vistoso si registra negli alberghi più esclusivi come il Villa Cortine Palace Hotel, un cinque stelle di rango internazionale. «C’è un forte calo tra i clienti tedeschi – ammette il direttore Roberto Cappelletto – possiamo parlare tra il 30 e il 40% e, rispetto al 2002 in termini generali, si attesta sul 20%. E’ necessario fare un’analisi profonda per recuperare i tedeschi o altri segmenti turistici». «Non sono in grado di quantificare oggi se siamo sul 20% di perdita rispetto allo scorso anno ma – osserva Dino Barelli, presidente degli albergatori di Sirmione – un calo lo stiamo avvertendo: mancano austriaci e tedeschi e poi spendono poco. Inoltre, è in calo anche la qualità del cliente. Non ci è piaciuta nemmeno la polemica innescata da un uomo di governo (il sottosegretario Stefani, peraltro già dimissionario, ndr.), che non serviva proprio: la suscettibilità dei tedeschi può essere stata intaccata».

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