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Ospiterà il Centro studi sulla sostenibilità ambientale. Iniziato il recupero di alcuni locali per l’Università Cattolica

Resta il nodo del recupero complessivo dell’edificio. Spazio alla scie

Ponteggi e muratori attorno al castello di Desenzano: il cantiere è stato allestito l’altro ieri, dando giusto l’illusione che sia iniziata la grande operazione di restauro dell’antica fortezza. In realtà i lavori appena cominciati riguardano solo una porzione limitata dell’ala nordest, accanto alla torre Specola, per sistemare i locali che dovranno ospitare il Centro studi sulla sostenibilità ambientale dell’Università Cattolica di Brescia, in coabitazione con il laboratorio sismologico dell’Istituto di geofisica. Questa porzione del castello sarà insomma dedicata alla scienza: si faranno studi sull’atmosfera, sull’acqua del lago, sull’attività microsimica del sottosuolo eccetera. I lavori in corso (rifacimento del tetto, dei muri interni e degli impianti) costeranno 200 mila euro con contributi della provincia e di altri enti, e si concluderanno per la primavera. Resta valida, intanto, l’idea per il resto del casello, dove il Comune prevede di realizzare un teatro da 700 posti, sale congressi e ambienti espositivi: per questo, però, servono ben 10 milioni di euro (che per ora mancano) e non ci sono novità. Da non sottovalutare, comunque, è l’apertura del cantiere sotto la Specola, che creerà a Desenzano un centro di prim’ordine per gli studi ambientali. Oltre al centro studi ambientali dell’Università, con base nei locali restaurati dell’ala nordest del castello nascerà innanzitutto la prima rete sismica della Lombardia, dove si raccoglieranno i dati provenienti da centraline sismiche sparse su tutto il territorio provinciale. Si potrà avviare il centro di studi di limnologia, dedicato cioè all’acqua del lago e ali aspetti chimici, fisici biologici dell’ecosistema lacustre, dotato di una boa oceanica già acquistata nei mesi scorsi dall’Istituto di geofisica. «L’inizio dei lavori è una buona notizia ­ commenta il professor Gianfranco Bertazzi, direttore dell’Istituto desenzanese – E va dato atto all’amministrazione comunale dell’impegno e della sensibilità dimostrate. Soprattutto si potrà dar corso alla collaborazione con l’Università Cattolica, di cui si parla da tanti anni. Inoltre si potranno espandere gli spazi dell’istituto, avviando le attività di ricerca e di prevenzione sull’ambiente, la cui mancanza costituisce da sempre una grave lacuna per la provincia di Brescia e per tutta la Lombardia». Nasce una cittadella della scienza, dunque: questo è il destino di una parte (relativamente piccola) del castello. Per la restante parte della fortezza le idee sono chiare, ma si resta in attesa dei tanti quattrini necessari che dovranno arrivare da finanziatori privati. Un tema, quello del recupero del castello più volte segnalato vicino ad una svolta, finora sempre disattesa. L’unica indiscrezione è che ci sarebbero quattro o cinque imprenditori interessati alla partita, e se son rose fioriranno.

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