domenica, Dicembre 10, 2023
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Ricette antiche e saporite per gli ospiti della Sardellata

Una cena all’in­seg­na del­la più schi­et­ta, aut­en­ti­ca tradizione dei pesca­tori: la pro­pone lunedì 5 luglio l’as­so­ci­azione ris­tora­tori sul lun­go­la­go. L’oc­ca­sione è quel­la del­la Sardel­la­ta al Pal del Vò, la man­i­fes­tazione che il Comune real­iz­za nel­la notte del ple­nilu­nio per ricor­dare le antiche bat­tute di pesca alla sardel­la pres­so il promon­to­rio som­mer­so del Vò, lun­go la dor­sale fra e Sirmione. A par­tire dalle 20, nove ris­toran­ti pre­par­eran­no un menù degus­tazione da servire a ben 550 com­men­sali nel­la piaz­za del munici­pio, affac­cia­ta sul gol­fo. Si com­in­cia con le sarde in saór, piat­to di derivazione veneziana, memo­ria dei tem­pi del dominio del­la Serenis­si­ma: ovvi­a­mente, qui si uti­liz­zano da sem­pre le sarde di lago al pos­to di quelle di acqua sal­sa adop­er­ate in lagu­na. Segue il risot­to con la tin­ca, un clas­si­co di Gar­da, qua­si un ghiot­to reper­to stori­co del peri­o­do fra il ‘500 e il ‘600, quan­di qui si colti­va­va il riso: nel­l’en­troter­ra esiste tut­to­ra la local­ità Ris­are e gli archi del­la Cor­po­razione degli antichi orig­i­nari di Gar­da con­ser­vano gli atti del proces­so inten­ta­to dal­la comu­nità per chiedere la bonifi­ca delle risaie, con­sid­er­ate causa del­la dif­fu­sione del­la peste del 1630. Dopo il risot­to, ecco un altro piat­to sei­cen­tesco: il luc­cio «a sal­sa», lessato e con­di­to con le sardelle smin­uz­zate sof­fritte nel­l’o­lio e con un po’ di can­nel­la. Si chi­ude, imman­ca­bil­mente, coi san­vig­ilìni, dei dol­cetti di pastafrol­la con l’u­vet­ta pas­sa inven­tati pres­so alla Locan­da di pun­ta San Vig­ilio da sir Leonard Walsh nel­l’im­me­di­a­to dopoguer­ra, in occa­sione del sog­giorno riv­ieras­co di Win­ston Churchill, uffi­cial­mente arriva­to per dipin­gere, ma in realtà — dicono gli stori­ci — alla ricer­ca del com­pro­met­tente carteg­gio intrat­tenu­to con Ben­i­to Mus­soli­ni. Da allo­ra, i san­vig­ilìni sono entrati nel mito gas­tro­nom­i­co di Gar­da. Il tut­to è ovvi­a­mente innaf­fi­a­to con abbon­dan­za dai clas­si­ci vini riv­ieraschi: il Bian­co di Cus­toza e il , tan­to per ricor­dare che con la cuci­na di pesce di lago stan­no bene sia i bianchi che i rossi gio­vani, mag­a­ri servi­ti un po’ fres­chi. Il banchet­to in piaz­za non ha costi proibitivi: soltan­to 30 euro a per­sona, tut­to com­pre­so. Le preno­tazioni si effet­tuano diret­ta­mente nei ris­toran­ti ader­en­ti, che asseg­n­er­an­no il pos­to sul lun­go­la­go. Sono Le Vele (tel. 045 7256381), Al Por­to (045 7255560), Cat­ul­lo (045 7255529), Gia­r­dinet­to (045 7255051), Ver­di (045 6270503), Pino Due (045 7255694), La Lanter­na (045 7255501), Al Graspo (045 7256046) e La Cross (045 7255795). L’an­no scor­so, per la pri­ma edi­zione, i posti disponi­bili andarono bru­ciati in un atti­mo: meglio affret­tar­si.

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