sabato, Settembre 7, 2024
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Mentre Malcesine se ne va, il presidente individua una nuova linea istituzionale

Rifondare la Comunità del Garda

Un ruolo gestionale chiaro e incisivo per la Comunità del Garda del prossimo futuro. È l’obiettivo del progetto «istituzionale» messo in cantiere dal nuovo Direttivo, un disegno già in atto con il lavoro di revisione dello Statuto da parte di un’apposita Commissione interprovinciale. L’intento è quello di trasformare la Comunità del Garda da associazione volontaria di Enti locali in Consorzio, per un riconoscimento giuridico più autorevole, per sancire una svolta e fare della Comunità stessa un riferimento concreto, sui temi globali, per le realtà locali del lago, amministrativamente divise in quattro Province. Lo annuncia il presidente Giuseppe Mongiello, in carica dal dicembre 2000, ed oggi alle prese con la prima defezione. Il Consiglio comunale di Malcesine ha infatti deciso di lasciare Comunità del Garda. «La cosa mi addolora un po’ – dice Mongiello – perché la decisione è giunta improvvisa, ma posso immaginare che una scelta tanto perentoria quanto inequivocabile, abbia dietro di sé delle giustificazioni. Del resto non è la prima volta che un fatto simile succede». Negli anni scorsi rescissero dalla Comunità i Comuni di Peschiera, Lazise, Garda, Castelnuovo del Garda, Gargnano, la Provincia di Mantova e la Camera di commercio di Verona. «Allora, si disse, le cause furono determinate da contingenze politiche – continua Mongiello -, in alcuni casi da atteggiamenti personalistici. In ogni caso, il fenomeno costituisce il segnale di quanto sia fragile e precaria la struttura della Comunità, così da rivelare la vetustà dell’organismo nella sua configurazione giuridica, che, quando nacque, era stato invece sentito e voluto come strumento necessario di un coordinamento unitario». Per il presidente della Comunità si è perso di vista quello spirito originario che produsse una volontà condivisa e unitaria di difesa del bene «acqua» e che, tra l’altro, diede avvio alla creazione di un corretto sistema di depurazione. «Oggi – continua Mongiello -, mutate molte condizioni e situazioni legislative, si propongono alla nostra attenzione altre, non meno importanti, problematiche di fronte alle quali, restando assenti, o insensibili, o solitari, i Comuni potrebbero trovarsi di fronte a conseguenze deludenti». Il prof. Mongiello ricorda i temi della gestione delle aree demaniali, portuali ed extra (passata dalla Regione ai Comuni), della navigazione, della sicurezza in acqua e sulle spiagge, della promozione turistica, della valorizzazione dell’identità culturale benacense, della gestione e del coordinamento di grandi eventi di livello nazionale e internazionale, della promozione e tutela ambientale e urbanistico-territoriale, dei livelli delle acque del lago, della viabilità… «Temi forti per i quali la Comunità può mettersi a disposizione con profitto per tutte le realtà amministrative del lago, sempre che ad essa i Comuni riconoscano maggiore autorevolezza. Pretendere che la Comunità sia un ente al quale, avendo pagato la quota associativa, ciascun Comune possa vedersela dallo stesso restituita sotto forma di contributo per le proprie manifestazioni, significa non averne compresa la funzione».

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