venerdì, Maggio 3, 2024
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Dopo la siccità, il lago adesso è troppo pieno e le piogge e il disgelo potrebbero provocare un’esondazione: oggi incontro a Parma

Scatta l’allarme per il livello del Benaco

È stata convocata per questa mattina, a Parma, la Commissione tecnica che dovrà deliberare l’aumento della capacità di uscita dello sbarramento di Salionze: il provvedimento servirà per contenere l’aumento del livello delle acque del lago che ieri mattina, secondo i dati ufficiali dell’Autorità di bacino del Po – ente competente per la gestione delle acque gardesane – era di 138 centimetri sullo zero idrometrico. Sempre ieri era già stato aumentato il livello di uscita dalla diga, portandolo da 63 ad 80 metri cubi al secondo; ma le condizioni meteo di questi giorni sembrano non dare tregua e la situazione richiede correttivi anche in vista del disgelo (in quota c’è ancora tantissima neve). Sul problema è intervenuto ieri anche il prefetto di Verona, Francesco Giovannucci, che ha scritto a tutte le autorità interessate dal problema del livello delle acque; nel documento Giovannucci richiama «particolare personale attenzione per l’esame del problema e per l’adozione delle necessarie determinazioni al fine di garantire condizioni di sicurezza alle popolazioni rivierasche». Il documento è la risposta alla segnalazione, datata anch’essa 5 maggio, del senatore Umberto Chincarini allo stesso prefetto con una lettera inviata da Roma in cui si fa presente che «in data odierna, alle ore 11.30, il livello delle acque è di cm. 142 sopra lo zero idrometrico. Tale misura, in questa stagione, è comprovato possa recar danno al buon funzionamento del collettore e possa costituire pericolo per spiagge e lungolaghi». E in effetti il livello delle acque così alto e le continue piogge hanno già causato qualche problema al sistema di collettamento sublacuale e al collettore consortile di Peschiera. «I livelli del lago ci penalizzano», commenta Vittorino Zanetti, presidente dell’Azienda gardesana Servizi che gestisce la sponda veronese della condotta sublacuale. «Ma non si tratta certo di una novità: in questi casi c’è un sottolivellamento delle fognature comunali che imbarcano acque bianche, piovane in questo caso, in quantità ben maggiore rispetto a quanto non facciano abitualmente». «E questo è il nostro grande problema anzi, è il problema del lago: le reti fognarie dei Comuni sono miste mentre il collettore è stato costruito per depurare solo le acque nere. In questi momenti, però, all’impianto, e prima ancora nella tubazione della condotta, arriva un quantitativo di liquami di gran lunga superiore alla portata. E questo perché non c’è divisione tra acque bianche e nere». «Persino l’acqua che scende dalle gronde delle case», continua Zanetti, «e che una volta finiva in strada, ora viene raccolta e scaricata nella fognatura. A questo punto alcuni sversamenti a lago diventano quasi inevitabili. Una situazione sulla quale abbiamo cercato più volte di aprire un dibattito con i Comuni: tutti comprendiamo la difficoltà nel mettere mano ai sistemi fognari, soprattutto dei centri storici». «Ma le soluzioni tecnologiche attuali sono molteplici ed è sempre più urgente prendere una qualche decisione: l’ampliamento del collettore consortile da solo non può bastare; occorre sederci tutti intorno a un tavolo», conclude il presidente dell’Ags, «e vedere cosa e come si può fare per salvare il Garda ed evitare di trovarci, anche in tempi brevi, con problemi idrici seri sia in termini qualitativi che quantitativi».

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