Quest’estate Gardone Riviera ha sofferto una grave crisi idrica, tanto da dover essere rifornita con le autobotti in una situazione di prolungata emergenza. Per trovare un rimedio, nuovi pozzi sono stati individuati. Innanzzitutto è stato perforato un pozzo a S. Michele, in località Gere, a una trentina di metri da quello esistente, sino a una profondità di 70: il pozzo pesca nell’alveo del torrente Barbarano e ha dato buoni risultati di portata. «I rilievi della spa Garda Uno – ha spiegato il vicesindaco Eugenio Musciotto nella giunta retta da Alessandro Bazzani – dicono che può dare 54 litri al secondo: per il 2004 dovrebbero garantire una certa tranquillità». Dopo lo stanziamento di 147mila euro, adesso ne sono stati reperiti altri 98mila per gli allacciamenti e la sistemazione degli impianti elettrici. Di fronte al cinema Casinò, nella valletta delle Fraole, che raccoglie tutte i flussi dal monte, è stato scavato un secondo pozzo: trovati otto litri al secondo, che potrebbero rifornire la parte bassa del paese. In questi giorni la ditta Maltini di Solferino ha iniziato una terza perforazione, nella valle del Ceriolo, tra Montecucco e Tresnico, sopra il deposito Erculiani. Lì c’è acqua in superficie, tanto da scorrere nell’unico rio non asciutto. Buone notizie, quindi: la drammatica estate 2003 non si dovrebbe ripetere. La siccità e le alte temperature (almeno un’ottantina le giornate con più di 30°, il doppio rispetto alla media), con un’altissima evaporazione e un notevole aumento dei consumi pro capite, hanno provocato l’esaurimento delle fonti in agosto e settembre. La portata delle sorgenti è scesa da 40-50 litri al secondo (144-180 metri cubi all’ora) ad appena 10-14 lt., e il pozzo delle Gere, scavato nel ’73, in grado di dare 20-25 litri, ha dovuto fare gli straordinari. La punta di massima necessità (tra le ore 12 e le 13, e nel tardo pomeriggio), che si era sempre aggirata sui 47 litri, ha avuto un’impennata fino a 71. Ma in seguito al continuo aumento dei consumi la falda ha cominciato ad abbassarsi, creando problemi di pescaggio alle pompe. Gli amministratori comunali hanno dovuto ricorrere alla ditta Medeghini, ai Volontari del Garda, ai Vigili del fuoco di Milano e ad altri gruppi per l’approvvigionamento con autobotti. La Protezione civile di Trento ha fornito un potabilizzatore, in modo da prelevare anche dal lago. Davide Calderan, della minoranza, ha ripetuto che «dopo avere speso miliardi per sostituire gradualmente le tubature, adesso si scopre che il problema è legato alle sorgenti e, quindi, alle precipitazioni. La rilevante costruzione di condomini, col notevole aumento di consumi, è stata sottovalutata, al pari dell’irrigazione dei giardini, che dovrebbero avere pozzi autonomi o usufruire dell’acqua del lago, non di quella potabile». Musciotto ha risposto ricordando che, in futuro, «Gardone Riviera verrà sempre alimentato da pozzi e sorgenti, ma dislocate a differenti livelli altimetrici: S. Michele (per le abitazioni in collina), al Ceriolo (parte mediana) e nella zona delle vallette. Assai valida l’idea delle rete alternativa, destinando l’acqua non potabile all’innaffiamento dei giardini, che consumano 20 litri al minuto, per almeno due ore. A tale proposito potremmo utilizzare i tronchi dismessi». E infine una notizia: «Il Garda Uno, che gestisce la nostra rete, sembra intenzionato a collocare una presa a lago, da utilizzare anche per usi domestici. E in grado di servire Salò, Gardone e Toscolano Maderno nei momenti di maggiore necessità». Come già succede a S. Felice, Manerba, Moniga e Desenzano.
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Dopo la grave crisi idrica dell’estate scorsa, il Comune rivierasco sta moltiplicando gli interventi e le risorse Gardone sconfigge la sete.