giovedì, Maggio 2, 2024
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Saranno spesi tre milioni in tre anni per adeguare l’acquedotto dopo l’emergenza dello scorso luglio Il sindaco: «Potenzieremo i serbatoi e rifaremo la rete idrica»

Stop alla grande sete dell’estate

Quasi tre milioni di euro in tre anni: è l’ammontare dell’impegno finanziario ipotizzato dall’amministrazione comunale per adeguare l’acquedotto comunale. «L’acquedotto va completamente rivisto. In trent’anni ci sono state molte nuove lottizzazioni, ma la rete grosso modo è quella di allora», afferma il sindaco Davide Bendinelli. Il problema dell’acquedotto è esploso la scorsa estate. Per due giorni le zone più alte del paese sono rimaste senz’acqua. Una situazione drammatica con il caldo di quei giorni e con gli alberghi pieni di turisti. Prima era saltata la nuova pompa a lago, poi, per colmo di sfortuna, anche il quadro elettrico. «L’amministrazione precedente», dice Bendinelli «aveva ripensato il sistema di pompaggio dell’acqua dal lago ai serbatoi attivando una nuova stazione da tre pompe, che però si sono rivelate inadeguate alle esigenze estive. Vedendo che da solo il nuovo impianto non ce la faceva, abbiamo riattivato anche la vecchia pompa. Così però siamo sempre in emergenza. Abbiamo commissionato uno studio di fattibilità che ci guiderà negli interventi. Lavoreremo all’ampliamento del serbatoio di località Molinet, adegueremo il suo impianto di potabilizzazione e lo collegheremo con il serbatoio della Val dei Molini. Intanto, abbiamo già realizzato una nuova pesca a lago, che raccoglie acqua a maggior profondità». Garda si disseta con l’acqua di lago. Esclusivamente con quella. La si raccoglie al largo della spiaggia della Cavalla, ai piedi della Rocca, praticamente al confine con Bardolino. Da lì una parte viene sollevata fino al serbatoio della Rocca. In quest’impianto viene depurata, prima di essere inviata al serbatoio della Val dei Molini. Un’altra porzione dell’acqua raccolta alla Cavalla viene clorata e pompata fino a località Molinet. Se le pompe si fermano, i serbatoi gradualmente si svuotano. Se il guasto avviene quando c’è poco consumo, l’autonomia può essere sufficiente. Se succede d’estate, quando le utenze crescono in maniera esponenziale, è emergenza. Come ricordava Bendinelli, la scelta della passata amministrazione fu quella di costruire un nuovo impianto di sollevamento accanto a quello vecchio, che appariva in cattivo stato sia nella parte idraulica, sia in quella elettrica. E in più non era adeguato alle normative di sicurezza. «In un primo tempo», si legge nel testo diffuso sul finire dell’amministrazione Comencini «si era studiata una proposta per poter restaurare il vecchio impianto, ma il problema più grosso nasceva dal dover rimettere a nuovo la struttura senza sospendere il servizio. Alla fine, analizzati costi e benefici, si è optato per la realizzazione di un nuovo impianto doi sollevamento che avrebbe garantito funzionalità e sicurezza con costi pari se non inferiori». La spesa fu di 300 milioni di lire. «Il problema dell’acquedotto», sostiene Bendinelli «è che sembra un organismo malato. Interveniamo da una parte e si spacca dall’altra. Dobbiamo potenziare i serbatoi e rifare la rete idrica. Solo così non resteremo coi rubinetti asciutti».

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