giovedì, Maggio 2, 2024
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Volontari pronti a partire per una nuova missione umanitaria: numerose le opere finora realizzate. Todomè dispone di acqua, luce, medicine. Il sogno ora è una centrale idroelettrica

Togo, quando la generosità non ha confini

I volontari del progetto 3T sono pronti a partire per una nuova missione umanitaria in Togo, ennesimo tassello di quello che può considerarsi un vero e proprio miracolo italiano in terra africana. Il progetto nasce nel novembre 2000 da un felice incontro di buone intenzioni: quelle della parrocchia sirmionese di don Evelino, quelle di un giovane studente di teologia proveniente dal Togo e quelle dei sirmionesi che hanno la capacità di rimboccarsi le maniche anche per gli altri. Teofilo, lo studente, spiega e rispiega quanto gli italiani siano fortunati e quanto poco basterebbe per aiutare chi ha veramente bisogno. Don Evelino rilancia, i primi sirmionesi prestano attenzione e Teofilo mostra loro Todomè. Poche capanne, molti bambini e niente di niente, solo tanta miseria e povertà. C’è da lavorare e tanto, ma i sirmionesi non si tirano indietro. Sirmione alza lo sguardo dal registratore di cassa della propria bottega e comincia a volare alto. All’atto costitutivo dell’associazione senza scopo di lucro erano in dodici, oggi sono 122, con ramificazioni fino in Sardegna. I primi ad andare in Africa furono 7 e rimasero 49 giorni, oggi i gruppi che si sono recati a Todomè, sono 20, per un numero complessivo di 134 volontari, per totale di «giorni feriali lavorati» pari a 2281. Sì, ferie lavorate, perché in molti hanno preso le ferie in Italia per poi passarle lavorando in Africa, in tanti, già in pensione, hanno speso le loro energie per Todomè. Ieri erano un gruppo di sirmionesi animati di buona volontà, oggi sono riconosciuti a livello nazionale dalle autorità del Togo, come la seconda organizzazione non governativa del paese. I volontari in quattro anni hanno portato: acqua, luce, medicine ed ora c’è da scommetterci una centrale. Hanno costruito un acquedotto, 3600 metri di tubi posizionati in terra africana, 59 colonnine di distribuzione dell’acqua, una cisterna ed un pozzo, il tutto realizzato da quegli stessi tecnici che durante il resto dell’anno si occupano delle manutenzioni alle splendide ville sirmionesi. Poi è arrivato il dispensario medico con un assistente medicale, un infermiere, due ostetriche, un laboratorio chimico ed una assistente. Poi è arrivato l’impianto elettrico ed il gruppo elettrogeno. Ma 3T è intervenuta anche nel settore agricolo, dove attraverso un perito agrario, ha spiegato le tecniche di coltivazione moderne, finanziate da microprestiti usati per acquistare animali e sementi. Con 1200 euro è stato possibile finanziare 80 microprogetti di altrettante famiglie. Non poteva mancare la scuola, una solida struttura, in grado di consentire una continuità nell’insegnamento talvolta sospeso per la pioggia, altre volte perché nei dintorni si aggira qualche animale sgradito … come un serpente. Il sogno nel cassetto è una centrale idroelettrica moderna con un bassissimo impatto ambientale ed una manutenzione non troppo complessa. Servono centomila euro, tanti, ma non troppi se i ragazzi di 3T continueranno come hanno cominciato.

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