giovedì, Maggio 2, 2024
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La bandiera blu europea potrebbe essere issata da oggi idealmente sull'intera riviera del lago di Garda, da Riva a Sirmione, da Malcesine a Gardone.

Tutte balneabili le spiagge bresciane del lago di Garda

La bandiera blu europea potrebbe essere issata da oggi idealmente sull’intera riviera del lago di Garda, da Riva a Sirmione, da Malcesine a Gardone. E non solo quindi sulla penisola scaligera che a maggio scorso è stata premiata con l’importante riconoscimento europeo.E’ di ieri, infatti, la notizia che anche l’ultimo bollettino relativo alla balneabilità delle spiagge -cinquantadue sulla costa bresciana, oltre cento con le restanti sponde – che di norma vengono diramati ogni quindici giorni dal Servizio di igiene pubblica dell’AsI, ha confermato l’eccezionale stato di salute in cui si trova la nostra riviera. Cioè, tutte e 52 le spiagge, da Sirmione a Limone, sono risultate balneabili. E questo, si badi bene, non a maggio, ma a Ferragosto. Un dato straordinario, che conferma la striscia positiva cominciata lo scorso anno quando, sempre in agosto, furono solo un paio le spiagge tabù. Ed era comprensibile. Quest’anno, invece, il Garda ha voluto presentarsi nel momento-clou della stagione in ottime condizioni di salute.Ma c’è di più. Un dato incoraggiante viene da due cittadine, tra l’altro le più popolose e le più importanti: Desenzano e Salò. Entrambe avevano registrato nel passato qualche inconveniente: il Desenzanino e la Spiaggia d’Oro a Desenzano, la località Cimitero e la zona dietro l’ospedale a Salò finivamo immancabilmente nel libro nero. Invece quest’anno, la notizia che i due Comuni, ma soprattutto i bagnanti, attendevano da decenni: anche le quattro «famigerate» spiagge sono divenute interamente balneabili.Ma come si è potuto raggiungere questo risultato? Le motivazioni sono molteplici. Innanzitutto ricordiamo le appassionanti battaglie condotte dagli ambientalisti, poi una sensibilità maggiore verso la tutela della natura e dell’ambiente da parte dell’opinione pubblica, quindi le importanti strategie di intervento messe in atto dall’Azienda Garda Uno e dagli stessi Comuni rivieraschi, che hanno potenziato e sistemato praticamente l’intera rete fognaria e avviato un controllo più sistematico dei propri corsi d’acqua interni.E’ stata probabilmente questa la mossa che più di altre ha pagato. Erano infatti i torrenti, comunemente chiamati in zona «ganfi», a dover salire spesso sul banco degli imputati quali maggiori responsabili degli scarichi che venivano versati poi a lago. Scarichi industriali, di laboratori artigianali, di allevamenti suinicoli, di svuotamento di vasche o di caldaie. Poi, va detto anche che sia i Comuni che lo stesso Garda Uno si sono dotati negli ultimi tempi di numerosi mezzi anche navali per intervenire tempestivamente nel rimuovere eventuali rifiuti. Esistono due battelli-spazzini pronti a intervenire ogni qualvolta si verifichi un incidente.L’impressione è quindi che il lago di Garda stia per essere completamente risanato. Un sogno cominciato nel 1975 con l’alierà Comunità del Garda presieduta da Aventino Frau. Dopo un quarto di secolo, forse il progetto è arrivato a compimento.

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