lunedì, Maggio 6, 2024
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Il sindaco Elena attacca le scelte dell’ente ma la rottura non sarà immediata. «Così com’è serve a poco. Siamo pronti a imitare Lumezzane»

Ultimatum alla Comunità

Il sindaco di Toscolano Maderno, Paolo Elena, fa la voce grossa contro la Comunità montana parco Alto Garda (che comprende nove località, da Salò a Limone), minacciando di uscire. La sua, però, non è una rottura immediata, ma a termine. Una bomba a orologeria, insomma. «Non condividiamo l’attività svolta dalla Comunità – spiega Elena, di An -. Ci auguriamo che, dopo le elezioni amministrative, ci sia un radicale cambiamento nella gestione. Altrimenti ce ne andremo. Mi risulta che un altro sindaco della zona stia interrogandosi sull’utilità di questo ente. Non siamo quindi i soli a esprimere dubbi e perplessità. Lumezzane, ad esempio, ha già abbandonato la Comunità della Valtrompia, non condividendone le linee. Noi potremmo fare altrettanto. Anche se non subito. Per prendere tale decisione basta una delibera di giunta, da portare successivamente in consiglio comunale e in Regione». I motivi del vostro atteggiamento? «Rimanere dentro non ci dà alcun beneficio. Il gioco non vale la candela. Come sparare con il cannone per prendere le mosche. Qualche esempio? Il piano territoriale di coordinamento è stato approvato dal Pirellone il mese scorso, dopo una gestazione di 10-11 anni. L’impianto base risale al presidente di allora, Marco Concetti. E ancora: la vigilanza urbana. Possibile che la Comunità non riesca a dare un servizio ai propri associati? «Stesso discorso per quanto riguarda il sociale: assistenza domiciliare, medicina scolastica, ecc. Abbiamo l’impressione che manchi proprio nella capacità di coagulare le iniziative e di proporne di nuove. Né riesco a capire perché i comuni più grossi debbano pagare per i più piccoli, senza avere adeguato rientro. Tanto più che nemmeno Magasa o Valvestino, per citare le zone più disagiate, hanno ottenuto vantaggi. A Toscolano abbiamo dovuto arrangiarci a reperire finanziamenti in base all’Obbiettivo 2, cioè i contributi erogati alle aree disagiate. Ci sarebbe piaciuto se la Comunità avesse potuto catalizzare le varie iniziative, assumendo un ruolo da protagonista. O stimola gli investimenti o serve a poco». Il sindaco non fa mai il nome del presidente Bruno Faustini, consigliere tra l’altro di Forza Italia a Palazzo Broletto e capogruppo a Salò. Però è evidente che gli strali sono rivolti a lui. «L’attuale gestione è insufficiente – prosegue Elena -. O con le elezioni di maggio verrà cambiato il vertice e il modo di gestire le cose oppure noi ce ne andremo. Essere in maggioranza, come succede adesso per Toscolano Maderno, non vuol dire poter incidere nelle scelte. A noi piace il comportamento di Girelli, il presidente della Valsabbia. Se 27 sindaci su 31 firmano un documento sulla sanità significa che c’è coesione e compattezza. Da noi, invece, esiste una frattura notevole, e i modi di vedere sono diversi». Elena sostiene invece di non avere l’intenzione di uscire dal Parco, «anche se i confini potrebbero essere ridefiniti. Mi chiedo perché debbano essere comprese strade e piazze all’interno del paese, con la necessità di svolgere (in caso di lavori di costruzione o ristrutturazione) un maggior numero di pratiche burocratiche».

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