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Il documento che potrebbe fermare l’opera verso l’esame in Consiglio regionale

Ultimatum sull’Affi-Pai«Politici, niente scherzi»

Un ultimo duro appello e un richiamo ai segretari regionali di tutti i partiti politici per «evitare il danno e la beffa durante la votazione della mozione contro la Affi- Pai in consiglio regionale». A lanciarlo, «a nome di tutti i sindaci del comprensorio del Garda- Baldo che, insieme, si sono finora battuti in tutte le sedi per affossare il “project financing” (finanza di progetto) regionale proponendo valide e praticabili alternative», è Fiorenzo Lorenzini, sindaco di Costermano, capofila dei primi cittadini più decisamente schiarati contro la contestata nuova arteria. Tra questi, anche Affi, Brentino, Brenzone, Caprino, Castelnuovo.«Nei prossimi giorni», spiega il sindaco, «il Consiglio regionale dovrà mettere ai voti l’emendamento congiunto, presentato dai rappresentanti di Alleanza nazionale, Lega Nord, Udc, Pd, Verdi, Rifondazione, Comunisti italiani e collegato al bilancio. Quel documento, redatto dopo molte discussioni, decisioni e le deliberazioni di quasi una ventina di Consigli comunali, recepisce la volontà delle amministrazioni locali e dei cittadini dell’area del Garda-Baldo», oltre che del Comitato «No Affi- Pai».Impegna infatti la Giunta regionale ad affossare per sempre la contestata strada a pedaggio, non solo interrompendo ogni procedura del «progetto di finanza» ma cancellandola anche dal piano delle opere pubbliche e dal redigendo piano d’area. Di qui, l’idea dei sindaci di cercare di limitare i rischi e le incognite del voto, previsto tra mercoledì e sabato, durante la discussione consiliare.In un clima tutt’altro che disteso infatti, la compagine guidata da Giancarlo Galan deve chiudere l’esercizio finanziario regionale. La tensione, in questi giorni, è stata palpabile anche tra alleati di centrodestra, che imputano al presidente di Forza Italia di avere agito finora con scarso rispetto delle prerogative degli alleati An, Lega e Udc. Un esempio: la nomina dei direttori generali delle Ulss, da cui era scaturita la autosospensione degli assessori di An, e la protesta di quelli di Lega e Udc.Sono servite 11 sedute del Consiglio regionale per arrivare al primo voto delle migliaia di emendamenti, anche di esponenti di maggioranza e che hanno rischiato di mandare il Veneto in esercizio provvisorio. Anche se ora il centrodestra pare ricompattato, e molti emendamenti sono stati ritirati, l’elenco delle doglianze degli alleati sarebbe sempre lungo nei confronti di Forza Italia e del presidente Galan.In questa lista si colloca, tra i «nodi» più difficili, la Affi- Pai, sostenuta solo ormai dall’assessore «azzurro» Renato Chisso e una parte del suo partito, ma avversata invece da tutto il resto dello schiaramento politico regionale. Finora, almeno a parole e tra mozioni ed emendamenti, lo scenario è stato questo. da vedere se resterà tale in sede di votazioni.L’ultimo emendamento a cui si riferiscono i sindaci infatti è quello che conta. «Per questo», prosegue il battagliero sindaco di Costermano con l’avallo dei suoi colleghi lacustri e pedebaldensi, «abbiamo scritto e chiediamo ai segretari regionali dei partiti di intervenire e dettare la linea a ciascun consigliere o assessore affinchè voti a favore dell’emendamento contro la Affi-Pai».Secco e sferzante come il «pelèr», il vento da Nord che spazza ogni mattino il Garda, il monito dal lago alla laguna: «Sarebbe per noi una inaccettabile presa in giro da parte dei nostri rappresentanti regionali se la Affi- Pai non venisse bocciata». Soprattutto, sarebbe la conferma che «un certo modo di agire tutela lobby politico- affaristiche ben lontane dagli interessi reali e generali», come aveva tuonato in una recente riunione pubblica, il deputato dell’Udc, Ettore Peretti. Il parlamentare aveva anche delineato una «mega-speculazione alla base della Affi- Pai». L’ultimo messaggio dei sindaci è partito, forte e chiaro. Da vedere se a Venezia vorranno ascoltarlo.

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