venerdì, Settembre 29, 2023
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Un omaggio a due pittrici

Adele Cale­gari e Jenne Cavaz­zoni, pit­tri­ci, han­no lega­to al lago e a Gar­da in par­ti­co­lare buona parte del­la loro espe­rien­za artis­ti­ca. La pri­ma è scom­parsa nel 1950, l’al­tra nel 1996. Ora la cit­tad­i­na riv­ieras­ca rende loro omag­gio con una mostra che si apre oggi alle ore 15 pres­so il palaz­zo dei con­gres­si. La rasseg­na resterà poi aper­ta dal 27 al 31 dicem­bre, con orario dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 18. «Non è sta­to cer­to facile per le donne del pri­mo Nove­cen­to ital­iano» ‚dice il vicesin­da­co Fabio Gag­gia, cura­tore del­la mostra , «intro­dur­si nel mon­do del­l’arte. Ma in un ambi­ente colto e lungimi­rante, come quel­lo di , Adele e Jenne han­no avu­to modo di far­si valere e di stu­di­are, fat­to abbas­tan­za raro per quei tem­pi, all’ac­cad­e­mia di Brera. Pur apparte­nen­do a due gen­er­azioni diverse (qua­si ven­ticinque anni di dif­feren­za), han­no dimostra­to le stesse sen­si­bil­ità. La loro cre­ativ­ità ebbe momen­ti di glo­ria durante il Ven­ten­nio. La sec­on­da guer­ra mon­di­ale fu per entrambe trag­i­ca, ma l’u­na e l’al­tra, dopo aver girova­ga­to per varie local­ità tur­is­tiche, trovarono pro­prio a Gar­da l’am­bi­ente ide­ale dove trascor­rere gli ulti­mi anni del­la loro vita, las­cian­do, or qua or là, non solo le loro opere pit­toriche e scul­toree, ma anche una ered­ità di affet­ti. Nei loro quadri traspare molto spes­so un incon­dizion­a­to amore per Gar­da». Adele Cale­gari è nata a Milano nel 1884. Ha sem­pre ama­to definir­si meneghi­na. Fece parte del­la soci­età milanese delle Belle Arti. Fin dai pri­mi momen­ti ama­va ripro­durre pae­sag­gi mon­tani, ambi­en­ti mari­ni e lacus­tri, nature morte e fiori, in gran parte elab­o­rati durante i fre­quen­ti viag­gi. Numerose sue opere sono oggi di pro­pri­età del­la comu­nale di Gar­da. «Pos­si­amo affer­mare», osser­va Gag­gia ‚« che Adele usò il pen­nel­lo per com­porre un doc­u­men­ta­to diario di viag­gio: il viag­gio del­la sua vita». Ecco quin­di com­par­ire sulle sue tav­ole ora la Lig­uria, ora Chiog­gia, ora le Alpi, ora Pra­ga (pri­ma del­l’oc­cu­pazione nazista), e infine, in modo qua­si osses­si­vo, Gar­da, molto spes­so ricop­er­ta di una ovat­ta­ta coltre di neve. Innamora­ta del bor­go di pesca­tori, non ebbe mai il con­for­to del­la crit­i­ca uffi­ciale. Ma molti garde­sani la ricor­dano ancor oggi come una vera pit­trice. Jenne Cavaz­zoni è nata a Venezia nel 1908. La famiglia si era momen­tanea­mente trasferi­ta in lagu­na: il padre era incar­i­ca­to di restau­rare alcu­ni edi­fi­ci stori­ci di Piaz­za San Mar­co, dopo il crol­lo del miti­co cam­panile. Cresci­u­ta cul­tural­mente a Milano, dopo aver vin­to e pre­mi per gio­vani artisti (siamo alla fine degli anni Ven­ti), entrò defin­i­ti­va­mente nel­la vita artis­ti­ca. Fu innanz­i­tut­to scul­trice: sape­va model­lare l’argilla con grande maes­tria. La sec­on­da guer­ra mon­di­ale rov­inò il suo stu­dio: molte opere sono andate dis­trutte. Poi la pit­tura prese il sopravven­to e con i col­ori seppe esprimere un ric­co mon­do inte­ri­ore fat­to di sen­sazioni ed emozioni coglien­do il lato ora poet­i­co ora dram­mati­co del­la vita. In molte sue opere, a par­tire dagli anni Set­tan­ta, si può cogliere tut­to il suo affet­to per Gar­da e per il suo pae­sag­gio, per gli infini­ti lega­mi che seppe colti­vare negli anni del­la sua per­ma­nen­za in riva al lago.

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