mercoledì, Maggio 8, 2024
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Vissuto in paese per 40 anni, è l’autore di «Il ragazzo della via Gluck»

Una sala dedicata a Beretta il paroliere di 2.000 successi

«Si è spento il sole» è uno dei successi di Adriano Celentano. Il testo l’hanno scritto Luciano Beretta e Miki Del Prete. Per gli amici di Beretta, grande firma della musica leggera italiana ma anche autentico mito della riviera gardesana, il sole ha cessato di dare calore dieci anni fa, l’11 gennaio del 1994, quando Luciano se ne andò per sempre. Nel decennale della scomparsa, il Comune lo ricorda dedicandogli la sala internet della biblioteca comunale. L’ha deciso all’unanimità il Consiglio. «In realtà, dedicare a Beretta una semplice sala», dice il sindaco Davide Bendinelli, «è poco, meriterebbe molto di più. Luciano ha abitato a Garda per quarant’anni e alla nostra comunità ha dato tanto. Ci arrivò nel 1955 ed è un onore averlo avuto tra i nostri concittadini». Le sue canzoni hanno segnato un’epoca: «Il ragazzo della via Gluck», «Nessuno mi può giudicare», «Una carezza in un pugno», «La coppia più bella del mondo», «Applausi» sono sono alcuni tra i suoi evergreen. «Beretta», ricorda Bendinelli, «era un artista nel senso più pieno: paroliere, ma anche poeta, attore, mimo, ballerino, pittore. Ci ha lasciato duemila canzoni. Era doveroso rendergli omaggio a dieci anni dalla morte e per questo abbiamo subito aderito alla proposta rivoltaci dall’associazione nata in suo nome». A guidare il sodalizio intitolato al paroliere milanese-gardesano è Elide Suligoj che con Beretta ha tra l’altro firmato vari brani. C’era anche lei a Garda alla riunione consiliare in cui è stato deliberato il riconoscimento all’artista. «Al Comune di Garda», annuncia, «abbiamo offerto il materiale riguardante la storia professionale e umana del maestro, con lo scopo di creare un archivio con tutte le sue opere: testi con relativi spartiti, lettere, foto, ricordi, disegni, litografie. Affidiamo al Comune anche una scultura di Jenne Cavazzoni, un mezzo busto di Luciano, che potrà ancora meglio personalizzare la sala che gli è stata dedicata». «Le opere di Beretta», afferma l’assessore al turismo Antonio Pasotti, «costituiscono un patrimonio per la nostra biblioteca». Non è la prima volta che il Comune di Garda ricorda il paroliere. Qualche anno fa, sempre su proposta degli Amici di Luciano Beretta, un parco ha preso nome da una delle tante canzoni da lui scritte per lo Zecchino d’Oro: si chiama «Bimbi felici». All’epoca era sindaco Giorgio Comencini, oggi sui banchi dell’opposizione: «Intitolandogli una sala della biblioteca», ha osservato in Consiglio, «si rende omaggio ad un personaggio dalle mille sfaccettature, che ha brillato in numerose espressioni artistiche». Adesso a Garda c’è chi coltiva un altro sogno: raccogliere tutte le incisioni delle canzoni scritte da Beretta. Ne uscirebbe un archivio straordinario sia sotto il profilo musicale che dal punto di vista socio-culturale. «Del resto», ricorda Elide Suligoj, «Luciano amava vivere tra la gente, e da questa traeva ispirazione, tant’è che per primo ha scritto di ecologia, di problemi della coppia, di scioperi, di svalutazione, tutti argomenti ancora di scottante attualità».

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