giovedì, Maggio 2, 2024
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Appello per conservare il «poker dei poveri», molto diffuso sul lago ma che rischia di scomparire. Sempre meno i bar in cui si gioca. Ora si farà un regolamento

Uniti per salvare il trisacco

Gabriele Pace ha vinto il torneo di trisacco organizzato a Salò. Sigaretta in bocca, sguardo concentrato, mosse misurate, il guardiano giurato, conosciuto anche per la sua abilità di ballerino, ha sbaragliato la concorrenza, iscrivendo il suo nome dell’albo d’oro. I sessantaquattro iscritti hanno reso incandescenti le due serate svoltesi all’Arci, in vicolo Orti. Il grande favorito, Aurelio Bettoni (lo chiamano «il professore», anche se in realtà fa l’imbianchino, perché in questo gioco a carte non conosce rivali, e dà lezioni a tutti), ha dovuto inchinarsi al secondo turno, sorpreso da un ragazzetto sconosciuto. Giampaolo Comini, preside di scuola media, è stato eliminato da uno studente universitario, Simone «Tenca» Stefani, già salito alla ribalta alla cronaca (poichè lavora in una cooperativa di Trento per il recupero degli emarginati e di ragazzi difficili, tempo fa il quotidiano «L’Adige» gli ha dedicato una pagina intera, titolo: «La storia di Simone, obiettore per caso»). Tra un piatto di spiedo e un calice di rosso, nella finalissima Pace ha sconfitto Gino Del Favero. Terzo Michele Kristic, imbianchino e pittore; quarto Stefani. «Le ultime due grandi manifestazioni si disputarono all’oratorio, una trentina di anni fa, con un centinaio di partecipanti – ricorda Dino Comini, presidente della Mutuo soccorso artigiana e operaia, che ha organizzato assieme all’Arci -. Entrambe le volte vinse il mitico «Bozambo» Raimondi. Col suo gioco regolare, tenne gli avversari sulle corde fino alle 3 di notte. Li prese per… sfinimento, un punto dopo l’altro». Al torneo hanno partecipato anche Paolo «Bratte» Rodolfi, Luigi Zanca, Gian Pietro Caldera e Renato Raimondi, che non è riuscito a tenere alto il nome di «Bozambo», il papà. La partita di trisacco, definito il «poker dei poveri», assomiglia a una gara di tennis giocata da fondo campo: tic, toc, tic, toc. L’importante è mantenere la calma e racimolare qualcosa ogni volta. «Pur essendo un passatempo autoctono (pare sia stato inventato a Gargnano), è sempre meno praticato, e sta scomparendo – dicono i promotori -. Inoltre diminuiscono gli spazi in cui è possibile praticarlo, vale a dire i bar che hanno conservato le loro caratteristiche ruspanti. «La valenza ludico-culturale e il suo radicamento sul territorio richiedono un’attenzione al mantenimento e al recupero del trisacco. Il torneo ha voluto essere un momento di incontro e di gioco, non viziato dalla presenza di premi in denaro, e neppure da una competizione serrata e nervosa. Tanto che non abbiamo distribuito premi in denaro, ma cesti con specialità locali. Noi intendiamo valorizzare il gioco in quanto tale». I concorrenti si sono dati l’arrivederci alla prossima occasione. Ma Pierangelo Del Mancino, raccoglitore di cartoline storiche, Dino Comini, Aurelio Bettoni (eliminato, si è posto al servizio degli altri, distribuendo le carte e ricevendo il premio riservato al «giudice» più imparziale), Lamberto Dondio, il commercialista, revisore dei conti e critico musicale, il professore Paolo Canipari, ecc. hanno deciso di sedersi a un tavolo per codificare le norme del trisacco. Non esiste, infatti, un regolamento scritto. E’ ora di colmare la lacuna. In questo modo si metterà al riparo dalla scomparsa un gioco che è ancora molto diffuso sul Benaco.

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