giovedì, Aprile 25, 2024
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Ultimi «arruolamenti» nelle aziende agricole. Il salario? Sei euro l’ora. La partenza della raccolta è prevista per lunedì prossimo. Sono soprattutto giovani studenti gli stagionali impegnati nel Bresciano

Vendemmia, lavoro per 2.500

La fine del mese di agosto, per alcuni l’inizio sarà lunedì prossimo, tornerà ad essere tempo di vendemmia. Infatti, l’anno passato, l’eccezionale caldo aveva colto tutti i viticoltori e le aziende agricole in contropiede. Furono necessari svariati appelli dai mezzi d’informazione per reclutare i braccianti a tempo di record, per evitare che l’uva passasse di maturazione. La vendemmia fu anticipata in alcuni casi addirittura di un mese. Considerate le temperature tropicali, i braccianti furono costretti a lavorare nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio. Quest’estate invece, la situazione è tornata nella norma e la vendemmia comincerà nella quarta settimana del mese, come tradizione vuole. Per i bresciani la vendemmia è ormai a tutti gli effetti un rito, una pratica sviluppata da più di duemila anni. Dalla zona del basso Garda alla Franciacorta, migliaia di contadini raccolgono i frutti della terra e dei loro sacrifici di un intero anno. Ad aiutarli in quest’impresa, gli stagionali: lavoratori occasionali che, sotto la supervisione di alcuni raccoglitori esperti, si prestano a contribuire a far arrivare il vino sulle tavole di tutto il mondo. Ne saranno necessari circa duemilacinquecento per la vendemmia di quest’anno. Millecinquecento nella sola Franciacorta, un migliaio invece nella zona del basso Garda. Vengono assunti con un contratto definito «avventizio agricolo», che permette alle aziende di legarsi ai lavoratori, solamente durante determinate stagioni dell’anno e per alcuni eventi particolari. Il contratto a livello nazionale, prevede il pagamento di 6 euro lordi all’ora, in pratica le vecchie 10 mila lire di una volta. «Si tratta per lo più di disoccupati, extracomunitari, universitari e studenti delle scuole superiori – afferma Milena Barbieri, responsabile dell’ufficio personale dell’Azienda Agricola Barone Pizzini -. Quest’anno però abbiamo ricevuto una maggiore richiesta di lavoro rispetto al solito. La crisi economica si fa sentire e c’è anche chi sfrutta il suo periodo di ferie per cercare d’arrotondare lo stipendio lavorando nei campi. Noi abbiamo già coperto tutti posti disponibili a giugno, altre aziende hanno forse ancora alcuni posti, ma penso che ormai per quest’anno la maggior parte dei giochi siano fatti». La vendemmia comincerà nelle campagne di Cortefranca con ogni probabilità il 23 agosto. «Considerando la temperatura media di questa stagione, l’uva per il bianco dovrebbe maturare entro questo termine – spiega Milena Barbieri -. Sempre che in questi ultimi giorni non si verifichino eventi atmosferici eccezionali. Verso la metà di settembre invece sarà il turno di raccogliere l’uva per il rosso». La differenza dei periodi di raccolta si spiega semplicemente con il fatto che il bianco necessita di un grado d’acidità maggiore rispetto al rosso. Tracciare un profilo dei braccianti non è facile. «Ogni anno arriva gente di tutti i tipi e di tutti generi – constata Milena Barbieri -. Innanzitutto si tratta di una maggioranza femminile, che potremmo quantificare intorno al sessanta per ce nto. Un altro dato indicativo è quello riferito alla presenza degli studenti, giovani che magari vogliono pagarsi la vacanza o il motorino. Le motivazioni però variano da persona a persona. C’è chi come gli extracomunitari lo fa per assoluta necessità e perché di italiani disponibili, a parte quest’anno, ce ne sono sempre meno». L’esperienza della vendemmia è sicuramente molto faticosa, si tratta di stare sotto il sole per otto ore al giorno con la schiena piegata, ma il clima che si crea è davvero molto particolare. Gli orari sono più o meno quelli di uffciio, solitamente si comincia alle 8 e si termina a mezzogiorno, per poi riprendere alle 13 o alle 14 e terminare la giornata alle 17 o alle 18, a seconda delle disposizioni delle singole aziende agricole. «Sono soprattutto i giovani a ravvivare l’ambiente; la vendemmia, pur essendo faticosissima, viene vissuta in un clima di goliardia. Spesso si creano legami affettivi far ragazzi e ragazze che si sono conosciuti nei nostri campi. Noi poi constatiamo se l’anno dopo torneranno ancora sul luogo del loro primo incontro, se la storia è continuata oppure è durata giusto lo spazio di una vendemmia – conclude la Barbieri -. Al termine di ogni stagione organizziamo una cena con tutti i lavoratori per festeggiare insieme, solitamente è partecipatissima». Chi invece può ancora offrire posti di lavoro è l’azienda Bellavista di Erbusco. Nei giorni scorsi Mattia Vezzola ha lanciato un appello per il reclutamento di circa duecento giovani. «Fa parte della nostra filosofia – ha affermato Vezzola -. La nostra è una scelta motivata dal fatto che le giovani generazioni vivono la vendemmia con maggiore entusiasmo e come momento d’aggregazione positivo. In totale saremo circa trecento; un centianio di persone sono quelle che definiamo i maestri. Si tratta di giovani che hanno già comunque partecipato ad altre vendemmie e che conoscono il mestiere. Il loro compito sara quindi quello di consigliare e insegnare come si lavora ai novizi».

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