domenica, Settembre 24, 2023
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«Vogliamo comprare l’aeroporto»

Nelle prossime ore sul tavo­lo dei ver­ti­ci del­la Cat­ul­lo, tito­lare fino ad oggi del­l’aero­por­to di Mon­tichiari, arriverà una let­tera che dice grosso modo così: «Siamo dis­posti a com­prare la total­ità o la larghissi­ma mag­gio­ran­za del­la D’An­nun­zio Spa. Chiedi­amo che ci sia indi­ca­to il prez­zo delle azioni. Vogliamo ottenere anche la con­ces­sione glob­ale, diret­ta, e autono­ma del­lo sca­lo bres­ciano, pre­sup­pos­to nec­es­sario per gestir­lo in modo indipen­dente». Fir­ma­to Fran­co Tam­buri­ni, pres­i­dente di Abem; Fran­co Bet­toni, pres­i­dente del­la Cam­era di com­mer­cio; Alber­to Cav­al­li, pres­i­dente del­la Provin­cia e Adri­ano Paroli, sin­da­co di Brescia.LA CORDATA. La con­fer­ma uffi­ciale alle voci che cir­cola­vano negli scor­si giorni, antic­i­pate sul­l’edi­zione di lunedì scor­so di Bres­ciaog­gi, è arriva­ta. Le isti­tuzioni bres­ciane e i pri­vati han­no cos­ti­tu­ito una cor­da­ta per acquistare l’aero­por­to D’An­nun­zio. Per la pri­ma vol­ta tut­to il sis­tema ter­ri­to­ri­ale fa quadra­to. Ieri l’an­nun­cio è sta­to dato in una con­feren­za stam­pa, pre­ce­du­ta in con­tem­po­ranea da una riu­nione del­la giun­ta cam­erale, da una con­feren­za dei capi­grup­po in Log­gia e da un incon­tro delle com­mis­sioni con­giunte Bilan­cio e Trasporti del Bro­let­to. «È una novità stor­i­ca — spie­ga Cav­al­li, affi­an­ca­to dal vice Aris­tide Peli — per­ché su questo tema ci sono sem­pre state divi­sioni». Anche Bet­toni ricor­da che nel 1997, quan­do l’aero­por­to nacque, «man­ca­va un piede al tavo­lo (cioè la Log­gia) e ora ques­ta nuo­va sin­er­gia è in gra­do di dare un seg­nale impor­tante alle asso­ci­azioni di cat­e­go­ria e ai 120 mila impren­di­tori bres­ciani». Insom­ma, aggiunge Paroli affi­an­ca­to dal vice , «oggi il sis­tema Bres­cia c’è e bat­te un colpo».DA VERONA. Ma come rispon­derà, la Cat­ul­lo, a ques­ta chia­ma­ta? «Se siamo arrivati qui, è per­ché siamo con­vin­ti — annun­cia il pres­i­dente del­la Provin­cia — che la nos­tra richi­es­ta sarà accol­ta. Oggi ques­ta inizia­ti­va è più forte, in parte per il parere del­la Regione, in parte per l’e­si­to pos­i­ti­vo del ricor­so che Abem ha avan­za­to al Tar».Da fonti verone­si si apprende che l’in­ten­zione di cedere il D’An­nun­zio è conc­re­ta. E la cor­da­ta bres­ciana si è mossa per tem­po, se è vero che da qualche set­ti­mana sono in cor­so con­tat­ti tra Abem e quel­li che fino ad oggi era­no i suoi con­cor­ren­ti. La ragione è soprat­tut­to eco­nom­i­ca: la situ­azione finanziaria del­la Cat­ul­lo non è delle più rosee. Il pres­i­dente Fabio Bor­to­lazzi ha lan­ci­a­to di recente un aumen­to di cap­i­tale di 40 mil­ioni per sostenere i piani di svilup­po infra­strut­turali. Alle perdite del D’An­nun­zio, che dal 2002 ha total­iz­za­to un pas­si­vo di oltre 30 mil­ioni, si sono affi­an­cate ulti­ma­mente quelle del­l’aero­por­to veronese. Cedere almeno Mon­tichiari sem­bra dunque qua­si d’ob­bli­go. Ma a quali con­dizioni la par­ti­ta andrà in por­to, è anco­ra da stabilire.LE RISORSE. Pri­mo: quan­to denaro la cor­da­ta è dis­pos­ta a met­tere in cam­po? E con quali modal­ità? Su questo pun­to viene man­tenu­ta anco­ra la ris­er­va in atte­sa di un’of­fer­ta da parte veronese. «Siamo pron­ti a spendere quel che serve», assi­cu­ra Bet­toni. I pro­tag­o­nisti del­la vicen­da non si sbi­lan­ciano. La disponi­bil­ità eco­nom­i­ca attuale tra pri­vati e isti­tuzioni è di cir­ca 30 — 40 mil­ioni di euro. Ma sec­on­do le indis­crezioni la par­ti­ta var­rebbe ben di più tra i 60 e i 100 mil­ioni, a cui se ne aggiun­gereb­bero almeno altri 25 — 30 per l’op­er­azione di rilan­cio. Il Bro­let­to, socio del Cat­ul­lo — e il pres­i­dente Cav­al­li non dà anco­ra lumi in mer­i­to — dovrà chiarire anche la sua posizione: restare insieme nel­la soci­età bres­ciana e in quel­la veronese, oppure las­cia­re la seconda?I NODI. Nem­meno quale con­teni­tore sos­ti­tuirà la D’An­nun­zio è anco­ra chiaro. Ma è cer­to che «Abem sarà lo stru­men­to tec­ni­co con cui portare a ter­mine il prog­et­to», pre­cisa il sin­da­co di Bres­cia. Sec­on­do Tam­buri­ni la sua soci­età «non cam­bia strate­gia, è aper­ta alle isti­tuzioni e ai pri­vati che cre­dono in questo busi­ness». oggi è anco­ra più forte, non solo per­ché è appog­gia­ta da tut­ta la polit­i­ca ma anche per­ché ha vin­to un ricor­so. Ma soprat­tut­to per­ché «ha la capac­ità di atti­rare su di sè fon­di». Bas­ta pen­sare al «Ban­co di Bres­cia e alle 13 Bcc che han­no for­mal­mente dato disponi­bil­ità ad unir­si a noi». Il denaro non manca.Non bas­ta tut­tavia pen­sare alval­ore effet­ti­vo del­l’aero­por­to, la par­ti­ta si gio­ca su diver­si fron­ti. Innanz­i­tut­to, il «cos­to» del­la con­ces­sione, che — come rib­adisce Tam­buri­ni — è oggi come in pas­sato la «condi­cio sine qua non». Per sem­pli­fi­care il com­pi­to del min­istro, chiam­a­to a met­tere una fir­ma sul decre­to, Bres­cia e Verona potreb­bero decidere di accor­dar­si: ma a quale prez­zo? Sec­on­do poi, è da capire chi coprirà le perdite che ormai da tem­po l’aero­por­to bres­ciano sta generan­do. Infine, la soci­età veronese potrebbe scegliere non di cedere tut­to, ma di man­tenere una parte delle quote nel­lo sca­lo bres­ciano, anche se — incalza Paroli — il D’An­nun­zio «col­la­bor­erà con Verona e Berg­amo, ma in autono­mia». Trovare un pun­to di equi­lib­rio non sem­bra poi così sem­plice.

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