sabato, Aprile 27, 2024
HomeAttualitàA Limone un «asilo nido» per salvare le aole
L’impegno per le due specie minacciate da alterazioni ambientali, predatori e patologie. Emergenza carpione: per il Wwf è in via di estinzione. Ma c’è un progetto per evitarlo

A Limone un «asilo nido» per salvare le aole

Erano i protagonisti della «dieta gardesana»: le aole per la loro abbondanza, i carpioni per la loro bontà (sono «cugini» del salmone). Oggi questi due pesci sono praticamente scomparsi dai menù, tanto che il Wwf mette il carpione del Garda tra le 20 specie animali a più alto rischio di estinzione in Italia, e le aole sono un punto interrogativo. Sei anni fa ci fu un calo del pescato del 95% rispetto ai quantitativi storici, ogni tanto ricompaiono qua e là come le ragazze scappate di casa a «Chi l’ha visto?». Ma sono poche. Non chiare le cause: ridotta capacità riproduttiva per alterazioni ambientali o per malattie «d’importazione»; aumento dei predatori (altri pesci importati, uccelli come svassi e cormorani); i livelli «ballerini» delle acque del lago, che lasciano all’asciutto le uova depositate dalle alborelle vicino a riva. Il 2006 segna l’inizio di un tentativo di salvataggio. Per le aole, proprio ieri gli esperti della Provincia hanno svolto un sopralluogo a Limone per installare una specie di «asilo nido»: cassette piene di ghiaia pulita vicino a riva , in cui le aole possano deporre le uova. Cassette che poi verrebbero portate in gabbie a maglie strette in acque appena più profonde dove, al sicuro da siccità e predatori, gli avannotti possano nascere. E’ un tentativo. Più ardito il progetto per i carpioni, che attende il finanziamento regionale. Si tratta di praticare la fecondazione artificiale come per i coregoni, facendo maturare le uova in campane di vetro. L’intenzione è però di non liberare i piccoli carpioni nati così, ma di farli crescere in vasche anche dopo la maturità sessuale, per farli diventare dei riproduttori «professionisti». Ma è difficile: può riprodursi in vasca un pesce che in natura vive a 200 metri di profondità? È un tentativo. Se fallisce, si rischia l’estinzione.

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