venerdì, Aprile 19, 2024
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Sorprendente scoperta a Villa, durante gli scavi per i nuovi alloggi

Affiorano tombe romane. Potrebbero risalire alla caduta dell’Impero

A Villa di Salò, nel corso dei lavori di scavo per la costruzione di alloggi della Filca, sono venuti alla luce ossa e probabili tombe risalenti al periodo della caduta dell’Impero romano. Il luogo è stato poi ricoperto con il terriccio, delimitato da transenne e posto sotto sequestro dai vigili urbani, che hanno informato la Soprintendenza di Milano. I funzionari dovrebbero arrivare in queste ore e dare risposte più precise. «In un opuscolo edito nel 1925 – spiega Renato Cobelli, il consigliere comunale della Margherita che abita nelle vicinanze ed ha presentato interpellanza urgente sulla vicenda, per sapere come il sindaco intenda muoversi -, l’avvocato Donato Fossati ricorda che qui abitò l’uomo delle caverne e delle palafitte, lo stesso che lasciò tracce nella torbiera di Polada a Lonato e pescò nel laghetto di Polpenazze. «Tombe romane furono scoperte alle falde del colle di Castello. Nel 1880, lungo gli argini di Burago, scavando il terreno alla profondità di un metro per realizzare la sede stradale del tram, vennero allo scoperto dieci tombe romane, costruite con lastre di cotto e contenenti lucerne, vasi, armi, ornamenti e qualche moneta di bronzo del tempo degli Antonini e di Costantino. Sotto lo stesso argine si rinvenne qualche muro. Non è fuori di luogo ritenere che in quel sito, che domina la pianura di Pratomaggiore, sorgesse la villa di un patrizio». Resta il fatto che la notizia del ritrovamento si è diffusa rapidamente. Domenica e lunedì, giorni festivi, sulla spianata di Burago è stato un via vai continuo. «Avessimo fatto pagare un euro ciascuno – dicono i pensionati che sorvegliano i bambini nel parco giochi -, avremmo raccolto un buon bottino. Abbiamo l’impressione che qualcuno fosse convinto di poter recuperare monete antiche». La Soprintendenza, interpellata telefonicamente, ha sollecitato i vigili urbani a predisporre turni di guardia. Intanto i lavori per la costruzione degli appartamenti Filca (una cooperativa che ha realizzato 14.454 unità in Liguria, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Veneto, e che, nella nostra provincia, sta intervenendo a Calvagese, Cellatica, Orzivecchi, Pontevico, Roncadelle, S.Zeno e, appunto, Villa di Salò) sono fermi. Le ruspe hanno effettuato uno scavo profondo che, sul fondo, si è riempito d’acqua. Mancano recinzioni, e i bambini corrono in bicicletta, col rischio di cadere dentro. L’ufficio tecnico del municipio è stato informato del pericolo. L’impresa verrà quindi invitata a osservare le condizioni minime di sicurezza. La lottizzazione, che riguarda diverse proprietà, prevede la realizzazione di 27.500 metri cubi (5.500 mc. saranno del comune), raggruppati in maniera differente. Altezza massima delle case: sei metri e mezzo. Progetto redatto da Silvano Buzzi e Bernardo Tonni. La superficie del comparto è di 50.320 metri quadri; 27 mila mq. rimarranno verde pubblico e 2.200 mq. adibiti a parcheggio. Prevista anche una piazza. Una strada congiungerà alla sottostante via del Melograno. In Regione hanno chiesto di rispettare i parametri sismici indicati nella relazione geologica. L’Asl ha invitato ad adeguare le reti fognarie alle norme tecniche e a osservare le disposizioni in materia di distanze dalle fonti che generano campi elettromagnetici e di radiofrequenza. Lo Stap di Brescia ha insistito sulla necessità di effettuare uno studio idraulico dettagliato per lo smaltimento delle acque piovane e del materiale di scavo, definendo altresì le caratteristiche del terreno, le capacità portanti, il valore di cedimento in condizioni dinamiche. L’Azienda speciale Garda Uno ha detto che, per la zona denominata Valene, è prevista una vasca di infiltrazione di circa 4.700 mc., a monte dell’attraversamento della strada statale 572. Un’opera indispensabile per salvaguardare le zone a valle di Villa-Burago, da realizzare prioritariamente o congiuntamente alla lottizzazione. Il problema dello smaltimento delle acque è di notevole rilevanza. In passato l’area (paludosa) era frequentata dai cacciatori, che sparavano alle beccacce. Il ritrovamento delle tombe ha acceso i riflettori sulla collina di Burago. Adesso la parola passa alla Soprintendenza.

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