venerdì, Aprile 19, 2024
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II carpione, «re» del lago adesso rischia l’estinzione

È finito sul libro rosso.

È finito sul libro rosso. Il carpione, il più importante fra i pesci del lago di Garda, è stato catalogato fra le specie italiane a rischio di estinzione dal Wwf, il fondo mondiale per la natura. Come la lontra, il lupo, la martora, lo stambecco delle Alpi, lo storione, il tonno rosso del Mediterraneo, la tartaruga marina e l’airone cenerino. Secondo il rapporto del Wwf, la specie è «in forte contrazione, tale da correre seri rischi di estinzione. «La situazione risulta particolarmente grave perché la specie è costituita da un’unica popolazione». L’associazione che ha come celebre logo il panda ritiene che le cause che hanno determinato lo status attuale siano riconducibili a numerosi fattori, «tra i quali, in particolare, un eccessivo sforzo di pesca, il passaggio del lago da condizioni di oligotrofia a quelle di meso-oligotrofia, il deterioramento delle principali aree di frega». Troppa pesca, peggior qualità delle acque, degrado delle aree di riproduzione: ecco i problemi. Insomma: il carpione ha bisogno di tutela. Ma, come sottolinea il libro rosso, «inspiegabilmente non compare negli elenchi ufficiali delle specie che necessitano di protezione», pur essendo una specie ittica di «notevole importanza faunistica». E dunque, secondo il Wwf «risultano urgenti ed indispensabili serie misure per la sua salvaguardia». Come? In primo luogo «deve essere ridotto l’inquinamento organico delle acque del lago, che produce fenomeni di eutrofizzazione». Poi «devono essere definite delle misure per la tutela delle aree di frega». Infine «vanno individuate norme maggiormente restrittive per l’attività di pesca, valide sull’intero territorio lacustre (che è amministrato da due diverse Regioni e una Provincia autonoma) e basate sulle conoscenze della biologia della specie, in particolare della complessa biologia riproduttiva». Secondo il Fondo per la natura, «risultati positivi conseguibili in tempi brevi potrebbero essere legati ad interventi di ripopolamento». Ma sin qui- giova ricordarlo- i tentativi di riproduzione in incubatoio hanno offerto risultati poco incoraggianti. Sua maestà il carpione è il pesce più raro del Garda. È un salmonide: gli ittiologi lo chiamano Salmo carpio o Salmo trutta carpio. Vive esclusivamente nel lago di Garda, anche se molti- sbagliando- credono sguazzi anche in altri laghi. Si deve al poeta, medico e scienziato Gerolamo Fracastoro la leggenda che vuole che questo pesce si nutra d’oro sul fondo del lago. In realtà, pur avendo la bocca dotata di denti, il carpione mangia plancton e altri invertebrati del fondo lacustre. È l’unico pesce ad avere un doppio periodo di riproduzione nell’arco dell’anno: una particolarità che fa impazzire da sempre gli studiosi. Appartengono alla storia i trionfi del carpione nell’età veneziana. Gli ambasciatori della Serenissima lo portavano in dono a principi e re delle corti di tutt’Europa. Per conservarlo, lo si friggeva, lo si spruzzava d’aceto e lo si avvolgeva in foglie d’alloro. Giunto a destinazione, veniva fritto nuovamente. Era la cottura «in carpione», oggi utilizzata per numerosi altri pesci, ma non per il carpione, che viene invece bollito o cotto alla griglia e condito con un semplice filo d’olio. In tavola, è una delizia, ma trovarne qualche esemplare è sempre più difficile. Il Wwf lancia addirittura un grido d’allarme: c’è il rischio d’estinzione. Per il Garda sarebbe un disastro.

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