venerdì, Aprile 26, 2024
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Un intervento del costo di 7mila euro affidato ai monaci di Praglia, ora andranno «in cura» altri dieci volumi.
Un anno di interventi per il restauro pagati con gli introiti di chi sceglie le nozze «ambientate»

I libri degli Antichi Originarisalvati dagli sposi al Castello

I libri della Corporazione degli Antichi Originari di Torri restaurati ed esposti al Museo del Castello Scaligero. È la strenna natalizia che i cittadini del primo paese dell’alto Garda hanno trovato sotto l’albero a opera del presidente del Museo, professor Giorgio Vedovelli.Lo studioso, autore di numerosi libri sul lago, sulle tradizioni, la storia di Torri e ol dialetto locale, ha di recente presentato il lavoro fatto dai monaci benedettini dell’abbazia di Praglia, in provincia di Padova.Alcuni di loro, sotto la guida del loro superiore, Pierangelo Massetti, hanno lavorato un intero anno per restituire all’antico splendore sei volumi, tutti scritti a mano tra il 1600 e il 1800.«Grazie all’introito dei matrimoni celebrati nel castello scaligero di cui, per accordo col Comune, ci viene data una parte», illustra Giorgio Vedovelli, «abbiamo potuto incaricare i frati dell’abbazia di Padova di sistemare i volumi».«Contengono la storia del paese di anno in anno», prosegue. Libri preziosi, fonte inesauribile di notizie, curiosità e informazioni di ogni genere.All’epoca le così dette «Vicine», cioè le assemblee degli antichi originari, corrispondevano alle attuali delibere del Consiglio comunale. I volumi quindi contengono i documenti legali che regolavano la vita socio-politica e amministrativa del paese in quei secoli.«Questo patrimonio storico», dice ancora Vedovelli, «è di proprietà della Corporazione degli Antichi Originari di Torri ma è stato dato in prestito perpetuo al museo, a patto che i libri rimangano esposti».E infatti, oggi, i sei volumi sono custoditi in una pesantissima bacheca in ferro e vetro, da cui si possono ammirare in tutto il loro splendore. «La bravura dei frati benedettini dell’abbazia padovana», fanno notare ancora dal museo, «è di livello nazionale: basti pensare che il comune di Firenze, in occasione della grande alluvione, aveva affidato loro interi volumi dell’archivio di Stato da porre in restauro».Per il Museo del Castello il costo è stato di circa settemila euro. «Ora», concludono al museo, «abbiamo affidato ai benedettini una decina di libri che costituiscono il patrimonio storico del Comune e, tra questi, ci sono due volumi del 1500, ancora più antichi di quelli appena restaurati».Il tutto, secondo una proposta del sindaco, Giorgio Passionelli, in un futuro non lontano potrebbe essere reso davvero perpetuo grazie alla digitalizzazione dei volumi stessi.E chissà che poi gli scritti non divengano di pubblica consultazione, grazie al sito internet del Comune.

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