sabato, Aprile 27, 2024
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Mostre. Tre mostre a Garda, Cavaion e Caprino Personale del maestro di pittura e grafica veronese al Palazzetto L’esposizione si può visitare fino a domenica 27 aprile

Il lago ad acquerelli nel Tacuino di Arduini

Il palazzetto delle esposizioni, nel cortile alle spalle del municipio, sul lungolago, riapre al pubblico con una personale di un maestro della pittura e della grafica veronese: da oggi al 27 aprile sono di scena le opere del Tacuino del Benaco di Francesco Arduini. L’inaugurazione è alle 17. Originario di Nimis, in provincia di Udine, Arduini ha iniziato ad esporre appena diciottenne, nei primissimi anni Cinquanta. Era l’inizio di una brillante carriera artistica. Nel 1953, ventenne, era già fra gli artisti ospiti della Biennale nazionale di Verona, che ha visto le sue opere sino al 1967. Nel 1961 è succeduto ad Orazio Pigato nella cattedra di composizione dell’istituto d’arte Nani di Verona, dove ha insegnato per vent’anni. Nel 1965 è stato invitato per la grafica alla Biennale internazionale di Venezia. Nello stesso anno le sue opere illustravano una preziosa edizione dantesca curata da Mardersteig, il grande stampatore scaligero. Senza mai abbandonare la grafica, ed anzi innovandone continuamente le forme espressive – affinando ad esempio dal 1968 la tecnica del linoleum e creando così, come scrive il volume sulla Pittura in Italia edito da Electa, «veri giochi combinatori di sagome da normografo dalle tinte piatte e smaglianti innestantisi l’una nell’altra» – Arduini ha poi affrontato con rinnovato successo la pittura ad olio e a tempera, l’acquerello e l’acrilico. Dagli anni Settanta e sino alla prima metà agli anni Ottanta, l’artista veronese imboccò dunque nuovi itinerari artistici, «espunse ogni residuo figurativo e prese ad indagare le componenti essenziali del dipingere: stesure magre d’acrilico disegnavano volumi virtuali» (la citazione è sempre dal tomo della Electa). L’inizio del nuovo decennio lo vide poi impegnato con la pittura ad olio nel creare «una nuova spazialità squadernata a tarsie colorate» (la definizione è di Verzellesi). Un cammino senza sosta, che l’ha condotto ad esplorare ampi itinerari d’arte. Lungo un percorso che conduce la sua opera, oggi, sul Garda. A corredo della mostra, il Tacuino del Benaco numero 33, dedicato agli acquerelli del lago di Garda, propone la riproduzione delle opere in esposizione, accompagnata da una nota introduttiva di Giulio Nascimbeni e da una presentazione affidata a Silvio Bertoldi. Nel catalogo è riportato anche uno scritto dello stesso artista.

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