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Sono numerosi in Italia i vitigni conosciuti con il nome di Trebbiano, fra questi vi è anche quello relativo alla produzione dei Vini Lugana DO

La caraterizzazione del Trebbiano di Lugana

Sono numerosi in Italia i vitigni conosciuti con il nome di Trebbiano, fra questi vi è anche quello relativo alla produzione dei Vini Lugana DOC. Si tratta di uno dei principali gruppi varietali che presentano caratteristiche produttive molto diverse. Si passa da zone in cui le uve vengono utilizzate per produrre vini a bassa gradazione alcolica, dotati di buoni livelli di acidità e destinati ad un facile consumo, a zone in cui si producono vini di grande struttura e complessità aromatica, destinati ad un consumatore più attento ed in grado di saperli apprezzare. Per quanto riguarda il Lugana si tratta di un vino prodotto con il 90% di uve Trebbiano e che il disciplinare della DOC le definisce “Trebbiano di Soave”. Una realtà che ultimamente ha visto la volontà, dopo che autorevoli ricerche hanno dimostrato che il vitigno Trebbiano utilizzato nella zona produttiva del Lugana “mostra una buona variabilità morfologica e biochimica” ossia un’originalità che lo distingue e lo rende autonomo, nella famiglia dei Trebbiani, ed il suo crescere e fiorire in terra di Lugana l’ha reso unico.In questa zona, del Lugana, la realtà vitivinicola è fondata su un sistema di piccole e medie aziende che hanno l’obiettivo di produrre vini di elevata qualità.Uno studio approfondito sulle origini di tale vitigno e la sua precisa identificazione varietale è stato voluto dallo stesso Assessore Provinciale all’Agricoltura Giampaolo Mantelli, e condotto dal Centro Vitivinicolo Provinciale di Broscia ed il Consorzio Tutela del Lugana in collaborazione con il Dipartimento di Produzione Vegetale dell’Università di Milano, per portare ad una maggiore valorizzazione il vino prodotto in questa zona.Negli ultimi anni lo sviluppo della biologia molecolare, ed in particolare l’utilizzo dei marcatori molecolari, ha permesso di produrre il fingerprinting di importanti vitigni e di definire i rapporti di parentela tra diverse cultivar.Sulla base di queste considerazioni, in questo studio è stato impostato un lavoro per la caratterizzazione varietale, eseguita con tecniche molecolari, del Trebbiano di Lugana confrontato con diversi Trebbiani presenti nel nostro Paese. Inoltre, al fine di definire eventuali rapporti filogenetici, sono stati determinati i valori di similarità genetica tra questi ed un gruppo di vitigni a bacca bianca presi come riferimento.L’indagine di questi marcatori (microsatelliti) ha mostrato un’estrema variabilità genetica all’interno dei vitigni coltivati oggi in Italia con il nome Trebbiano.L’analisi molecolare comparativa dei dati ottenuti dai Trebbiani con varietà di confronto, scelte sulla base di similarità morfologiche, omonimie, sinonimie e sulla vicinanza delle aree di coltivazione, non ha evidenziato rapporti filogenetici stretti tra loro, se non tra il Trebbiano di Soave, il Verdicchio ed il Trebbiano di Lugana che, pur ricadendo all’interno dello stesso raggruppamento, si differenzia dai primi due.Si è voluto inoltre procedere all’analisi della variabilità intravarietale del Trebbiano di Lugana. Questo studio è stato condotto su undici ecotipi attraverso metodologie biochimiche, quali l’analisi delle proteine degli apici radicali, confrontando i risultati ottenuti con l’analisi fìllometrica.La popolazione del Trebbiano di Lugana presenta un’elevata variabilità intravarietale che consente quindi di attuare pressioni selettive, al fine costituire dei cloni tra loro molto diversi.Concludendo, si può quindi affermare che i Trebbiani rappresentano un gruppo di vitigni fenotipicamente e genotipicamente molto vasto.

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