martedì, Aprile 16, 2024
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Ambiziosi progetti per il restauro della sede a Palazzo Girardi, l’edificio storico in pieno centro. Servirà un milione e mezzo di euro. Circa 800 mila dalla Regione

L’Ateneo sarà un «gioiello»

L’Ateneo di Salò, che ha la sede in via Fantoni, ed è guidato da Giuseppe Mongiello, ex sindaco ed ex numero 1 della Comunità del Garda, ha presentato il progetto definitivo per la sistemazione di Palazzo Girardi (quattro piani, ognuno da 320 metri quadrati, in pieno centro storico, a cinquanta metri dalla torre dell’orologio) L’ingegner Giampiero Avanzi e l’architetto Eusebio Ebranati, che hanno redatto lo studio dettagliato, parlano di una spesa di un milione e 548 mila euro, circa tre miliardi di vecchie lire. La Regione dovrebbe comunque inviare 800 mila euro, nell’ambito dei contributi per il terremoto, a fondo perduto. L’edificio fu lasciato in eredità nell’81 dalla 92enne signorina Doralice, discendente di una famiglia francese arrivata in Italia da Nantes nel 14° secolo. «I miei – scrisse nel testamento – si sono sempre preoccupati del pubblico interesse. Desidero quindi porre in essere una disposizione che valga a ricordarne le civiche tradizioni. Io destino il mio cespite principale (il fabbricato con fronte su piazza Zanelli, vicolo S.Giovanni e via Calsone) all’Ateneo, che in futuro dovrà stabilirvi la propria sede, collocandovi pure la biblioteca e una pinacoteca». Una parte del Palazzo è stata affittata alla Camera di Commercio, che ha aperto una sezione distaccata da Brescia. Al piano terra c’è il negozio gestito da Riccardo Melchioretti (salumeria, drogheria) e, accanto, uno di scarpe da bambino. Ma gran parte dei locali è inutilizzata. Dopo il sisma del 24 novembre 2004 l’immobile è stato messo in sicurezza, imbragando le strutture murarie interne del cavedio centrale con un telaio in travi di legno lamellare e putrelle di ferro, così che il sindaco Giampiero Cipani ha revocato la sua ordinanza di sgombero. Ora Ebranati e Avanzi spiegano che «bisogna mettere in sicurezza definitiva l’intero edificio, ed eseguire le opere di miglioria o integrazione finalizzate agli scopi dell’ente e al rispetto delle volontà del lascito Girardi». Principali caratteristiche dell’intervento: massimo rispetto delle facciate esterne, con inserimento solo di due aperture verso lo stretto vicolo di San Giovanni, per dare un’opportuna aeroilluminazione; nessuna significativa trasformazione distributiva interna ai vari piani, limitando le modifiche alla eliminazione delle tramezze inutili, in modo da rendere maggiormente fruibili le stanze; mantenimento di tutti i muri principali, salvo demolizione di due piccoli settori; costruzione di due solette ai piani secondo e terzo, e di un nuovo vano ascensore; creazione di un piccolo alloggio per il custode. E poi ancora: concentrare i servizi, ora sparpagliati in posizioni illogiche; realizzare un’unica scala interna di collegamento, al posto delle attuali; rifare completamente il tetto, variamente dissestato; consolidare le strutture, iniziando dalle fondamenta. C’è molto da fare. La spesa di 750 mila euro a carico dell’Ateneo, sempre che dalla Regione arrivino i restanti 800, potrebbe essere sostenuta dal comune, ricorrendo ai mutui Frisl, con tasso agevolato, o chiedendo contributi. Bisogna infatti considerare che l’Ateneo occupa da anni alcuni locali in via Fantoni, vicino alla biblioteca e al Centro studi sulla Repubblica sociale italiana, ricevuti dal municipio in comodato gratuito per cento anni, che sarebbero liberati una volta sistemato Palazzo Girardi. La soluzione alternativa è di vendere una parte della volumetria, in modo da ricavare i quattrini necessari all’intervento.

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