venerdì, Aprile 26, 2024
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Sarà operativo entro la primavera il punto di attracco della Navigarda, «sfrattati» i privati. «Attaccati» 40 metri per facilitare l’approdo delle motonavi

Molo San Carlo più lungo

Il molo San Carlo, allungato di quasi quaranta metri, è in dirittura d’arrivo per primavera. Sarà il punto di attracco del servizio pubblico della Navigarda: potranno sostare in attesa ben due motonavi contemporaneamente. I natanti privati dovranno invece far capo al Catullo. In aprile saranno ultimate pavimentazione e illuminazione e verrà posizionato il segnale luminoso di attracco. Lo annuncia il Genio civile di Verona che dall’aprile scorso lavora per realizzare l’opera. Sono stati l’ufficio dell’ispettorato di porto di Verona, la gestione governativa del servizio di navigazione (Navigarda), l’Amministrazione comunale e la direzione regionale alla mobilità a ribadire la necessità di realizzare l’opera, utile anche per dare impulso alla sistemazione della zona portuale, sempre più soggetta a un’alta richiesta di servizi destinati al trasporto di persone e di mezzi. Così il progetto è stato predisposto e la Giunta regionale ha finanziato una cifra di tutto rispetto: 1.136.205,17 euro. Ora il molo, che prima misurava 21,70 metri, ne misura 59, esattamente 37,30 in più rispetto a prima. Il lavoro è stato complesso: «Perché risultasse veramente funzionale abbiamo dovuto affrontare notevoli difficoltà tecniche e logistiche», spiega il geometra Gerardo Verde, direttore dei lavori. Si sono dovuti fare anche trasferimenti logistici. «Lo scalo ha dovuto essere temporaneamente trasferito all’altro molo in località Borgo, zona del mercato, e la natura del fondale, che all’estremità del molo arriva a 9 metri di profondità, non ci ha facilitato». Sono pure state necessarie indagini anche per individuare la presenza di eventuali ordigni bellici. Ma ora ci siamo: «Grazie anche alla collaborazione della gestione governativa del servizio di navigazione pubblica che, se possibile, farà sì che la struttura sia operativa entro primavera». L’intervento era necessario e urgente: «Il lago di Garda rappresenta per l’economia italiana e veronese un bacino di grande interesse, richiama moltissimi turisti italiani e stranieri e attira anche tanta gente dai paesi vicini e dalla città. Il sistema ricettivo è qualificato, il servizio e le strutture riservate alla navigazione pubblica non potevano essere da meno», fa notare Verde. Ha curato il progetto di persona e spiega il lavoro fatto partendo dalla descrizione della situazione esistente prima di iniziare: «A Garda sono due i porti addossati al centro storico che è una zona quasi esclusivamente pedonale e ricca di negozi: il porto vecchio a sud e quello nuovo a nord», spiega. «Tra queste due strutture ci sono due pontili che costituiscono lo scalo, dove a Garda approdano i battelli della navigazione pubblica». «Lo scalo», prosegue, «è molto importante anche perché funziona come stazione di cambio dei servizi di linea con tutte le altre località lacustri». Parlano chiaro i numeri forniti dalla Navigarda: «Si conta che la movimentazione tocchi i 400mila passeggeri all’anno: è cioè uno dei punti più frequentati del Garda». Ma il carico era sostenuto da un pontile, il San Carlo, in condizioni piuttosto precarie: «Posizione e struttura erano tali da poter creare problemi di sicurezza per i passeggeri e per la navigazione». Il pontile a Sud, il Catullo, è nelle immediate vicinanze dell’imbocco del porto vecchio, principalmente adibito ad ormeggio delle imbarcazioni da pesca e da diporto. «Quando le motonovi della Navigarda facevano le loro manovre per avvicinarsi o salpare, il pericolo per la navigazione pubblica e privata si faceva davvero serio. Il molo San Carlo, più a nord, non era a sua volta strutturato per ricevere tutto il carico dei passeggeri dello scalo di Garda». Per questi motivi il Comune aveva programmato una riqualificazione dell’intera zona, riorganizzando il Porto Vecchio per l’ormeggio fisso delle imbarcazioni da diporto, utilizzando strutture galleggianti adatte alla diportistica in genere. Viste le premesse il finanziamento regionale, ingente, è arrivato: 1.136.205,17.euro. «Si è proceduto in base alle leggi regionali, è infatti la Regione Veneto ad aver sempre operato nell’ambito del lago di Garda eseguendo interventi di potenziamento e manutenzione straordinaria dei porti e di mantenimento dei fondali», spiega sempre Verde. «Così, per assicurare l’esercizio della navigazione pubblica e dei servizi di trasporto non di linea, anche questo intervento è stato inserito nel programma regionale». La direzione regionale alla mobilità, prima, e il Genio Civile di Verona, poi, hanno predisposto il progetto generale, da eseguirsi in due stralci. «Data la complessità dell’opera, il calcolo e il dimensionamento strutturale sono stati affidati dalla giunta regionale allo studio dell’ingegner Claudio Modena, ordinario di Tecnica delle costruzioni alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova, che si è avvalso della collaborazione dell’ingegner Mirko Stoppa. Il Genio civile di Verona ha curato la realizzazione dell’opera affidando in appalto la sua esecuzione alla ditta Vipp Lavori s.p.a. di Angiari».

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