sabato, Aprile 27, 2024
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Assemblea al cinema con filmati sulla recente trasferta a Venezia e nuove critiche alla Regione. L’assessore Gaspari: «Un commissario per far rispettare il Tar»

Ospedale, difesa a oltranza

La reazione alla fumata nera sulla Sanità non è stata solo la delusione. Presto si è fatta strada una volontà ancora più forte di difendere l’ospedale. Un proposito, questo, emerso in tutta la sua evidenza, durante l’assemblea pubblica convocata dopo la discesa dei caprinesi in Laguna in difesa della struttura ospedaliera montebaldina. «La Regione sbaglia», ha subito evidenziato l’assessore comunale Antonio Gaspari, dopo che sul grande schermo del cinema Nuovo erano state proiettate le immagini e il filmato della mobilitazione veneziana. «Sbaglia», ha ribadito, «se crede di avere risolto il problema sanitario a Caprino con la semplice concessione di una decina di posti letto in ospedale insieme a una Rsa con diciassette posti letto, poliambulatorio, servizio di dialisi, day hospital e due letti per la terapia subintensiva». Gaspari, alla cronistoria degli ultimi avvenimenti, ha fatto seguire un’accusa rivolta all’assessore regionale Fabio Gava: quella di non conoscere la reale situazione ospedaliera di Caprino che a tutt’oggi, nonostante i tagli dei servizi «è ancora ospedale per acuti con reparto di medicina, psichiatria e geriatria». Non ha poi risparmiato frecciate a quanti in Consiglio regionale si sono pronunciati in modo diverso da quanto hanno fatto sul territorio. E in questo senso si è riferito agli appartenenti al gruppo di maggioranza Paolo Cerioni, al vice presidente del Consiglio regionale Angelo Fiorin, a Flavio Tosi e a Mario Rossi. Anche se privo del supporto verbale del sindaco Maria Teresa Girardi, assente per un lutto familiare, l’assessore caprinese ha sintetizzato le strategie con le quali l’Amministrazione comunale intende difendere, con l’appoggio del Gruppo difesa salute e dei cittadini, la realtà ospedaliera esistente. «Se entro il 10 aprile, termine ultimo dei 30 giorni assegnati alla Regione per ottemperare ai dispositivi dei giudici amministrativi, tutto rimarrà immutato o ci sarà una delibera del Consiglio regionale elusiva della sentenza, saremmo costretti», ha puntualizzato Gaspari, «a chiedere la nomina di un commissario che faccia rispettare le decisioni assunte del Tribunale amministrativo regionale». Alla luce del fatto che ben tre collegi giudicanti diversi hanno riconosciuto a Caprino il diritto di godere della legge deroga sulle Comunità montane: legge che le tutela anche in relazione alla razionalizzazione delle strutture ospedaliere. «Nel caso poi che la Regione, come sembra prospettarsi, ricorra nuovamente al Consiglio di Stato non escludiamo», ha puntualizzato Gaspari, «di attivare le altre azioni: un esposto alla Corte dei Conti per lo sperpero di denaro pubblico da parte della Regione con il ricorso anche a studi legali privati, nonostante sia stato bocciato un precedente ricorso al Consiglio di Stato». «In extremis», ha aggiunto, «non è escluso che si arrivi a una denuncia penale nei confronti della giunta regionale». Parole dure non sono mancate sull’accoglienza riservata a Venezia ai cittadini accorsi per l’audizione prima del Consiglio regionale. «È stato vergognoso come ci hanno ricevuto» ha detto il portavoce del Gruppo difesa salute. «Non è possibile che cittadini che si battono per salvaguardare i loro diritti», ha spiegato Mario Severino», vengano accolti con arroganza e ostentazione tanto da farci apparire come poveri mendicanti. Bisogna ribellarsi a situazioni del genere, rafforzando gli sforzi per arrivare a spuntarla pur consapevoli che la strada non è priva di ostacoli. Un parere condiviso dal vicesindaco Giancarlo Brunelli che ha ribadito: «Nella difesa del nostro ospedale siamo nel giusto più di qualche altro». Nel sottolineare come la chiusura dell’ospedale porterebbe all’impoverimento dell’intera zona, il vice sindaco ha invitato la cittadinanza, che aspetta da dieci anni una risposta chiara in fatto di sanità e assistenza, a farsi più attiva per raccogliere consensi anche all’esterno dell’ambito comunale. Durante il dibattito è emersa anche l’idea di interessare alla situazione le emittenti nazionali come «Striscia la notizia» oppure «Mi manda RaiTre».

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