giovedì, Aprile 18, 2024
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La frazione di Pai in festa per l’inaugurazione della restaurata chiesa del ’500 Ma San Marco cerca aiuti

Servono 10.000 euro per saldare i debiti

La frazione di Pai in festa con l’inaugurazione della restaurata chiesa di San Marco. Di fronte ad una chiesa letteralmente traboccante per la messa l’ottantunenne parroco di Pai, don Giovanni Andreoli, ha ufficialmente inaugurato il restauro della chiesa dedicata al patrono della frazione a nord di Torri. Il restauro della chiesa, affacciata a strapiombo sul Garda e letteralmente aggrappata ad un lembo di roccia, è costato oltre duecento milioni delle vecchie lire, grazie alla collaborazione di due istituti bancari, la CariVerona e la Banca Popolare, e all’impegno dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Alberto Vedovelli e a quello della Provincia di Verona. Molti contributi economici e lavorativi sono inoltre arrivati da tutti i fedeli della frazione, come pure da ospiti e turisti che hanno soggiornato a Torri e Pai negli ultimi cinque anni. Già, perché è dal 1997 che, in pratica, sono partiti i lavori di restauro della chiesetta del 1500. In questo tempo, perfino i bambini di Pai avevano «venduto» a Natale i loro piccoli manufatti, raccogliendo i soldi per la chiesa. La messa a norma dell’impianto elettrico, di quello di riscaldamento, il ripristino delle facciate esterne, il recupero degli affreschi, degli arredi interni e delle decorazioni dell’altare, sono stati al centro dei lavori. Condotti, per buona parte dal restauratore Erminio Signorini e dall’architetto di Bardolino, Elena Avanzini. Alla giovane architetto, conosciuta da don Giovanni «fin da bambina, quando era mia parrocchiana», come lo stesso prete ha ricordato, è andato un grazie davvero particolare, dato che «ha lavorato in questi anni per la chiesa, sempre e solo a titolo gratuito», come ha ricordato l’assessore di Pai e membro del consiglio pastorale Rita Menapace. E «la chiesa di San Marco, dopo i lavori, ha cambiato davvero volto» come ha illustrato dall’altare Erminio Signorini, dopo la messa, nel presentare al pubblico il nuovo pieghevole sulla chiesa, da lui curato per conto della biblioteca comunale di Torri. Ma non è tutto. Durante il restauro, nella lunetta dell’abside sono state «ritrovate e recuperate tracce di affreschi con rappresentazione di cinte murarie, di cui non è ben chiaro il significato. Potrebbero però anche essere una rappresentazione della realtà di Torri del Benaco nel 1500», come ha precisato Signorini, «e questo sarebbe l’unico caso del genere, oltre alla rappresentazione, di epoca però successiva, presente sul territorio, nella chiesa di Sant’Antonio a Torri». E, oltre al sindaco di Torri Alberto Vedovelli, al vicesindaco e a vari altri consiglieri comunali, autorità civili e militari, il più soddisfatto era certamente il quasi commosso ma raggiante don Giovanni. «Ringrazio il Signore», ha concluso il parroco,«e davvero tutti quelli che hanno consentito il termine dei lavori per la nostra bellissima «Cattedrale di San Marco. Io ho solo partecipato da dietro le quinte e tutto il merito è di voi e di quanti hanno avuto veramente a cuore le sorti della chiesa». L’ultimo e conclusivo sforzo, rimasto ancora sul groppone a don Giovanni e ai suoi parrocchiani è ora il recupero degli ultimi diecimila euro, quasi venti milioni delle vecchie lire, per saldare definitivamente le ditte che hanno espletato parte dei lavori. Una mano sul cuore quindi e l’altra al portafoglio, per concludere totalmente «l’operazione San Marco».

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