venerdì, Marzo 29, 2024
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Tutelare il paesaggio del lago: un gruppo di donne denuncia la cementificazione

«Stop al mattone selvaggio»

«Bisogna salvaguardare quel che rimane del nostro territorio, compromesso dalla speculazione edilizia». Il grido d’allarme è lanciato dal «Coordinamento donne», un gruppo di ambientaliste composto da iscritte a Wwf (il Fondo mondiale della natura), Lega Ambiente e a vari gruppi politici, che ha la propria sede a Raffa di Puegnago. «Basta fare una passeggiata per rendersi conto dello stato di degrado – affermano Maria Bazoli di Puegnago, Cristina Milani di Toscolano Maderno e Tineke Bonnen di Desenzano, le portavoci, nel corso di una conferenza stampa a Salò -. Se un cittadino vuole costruirsi la casa, non trova più lotti disponibili, già razziati dai costruttori e dalle immobiliari che, essendo dei… veggenti, sanno che quel terreno agricolo diventerà edificabile, e quindi lo acquistano a un prezzo superiore alla cifra che potrebbe permettersi di offrire il singolo. «Così sorgono residence osceni, con piscine e servizi che rappresentano lo specchietto per le allodole, ma con appartamentini troppo spesso di scarsa qualità. Inseguendo questo business, vengono trascurate le reali esigenze del territorio. D’estate, in molte località, l’acqua deve essere razionata, poichè le reti idriche non sono in grado di far fronte alle necessità. E negli orti e nei giardini non è possibile innaffiare. Stesso discorso per le fognature. Cosa succederà quando sorgeranno tutte le case previste dai Piani regolatori! Qualche volta i villaggi turistici diventano ricettacolo di persone che hanno guai con la giustizia». «Con la riduzione del territorio agricolo in pianura, utilizzato per nuovi residence – proseguono le donne -, assistiamo a un fenomeno terrificante: per ingrandire uliveti e vigneti, i contadini sono costretti a disboscare le colline. Tutto ciò determina un danno alla salute, perchè le piante servono a ossigenare l’atmosfera. Una fitta vegetazione garantisce l’umidità indispensabile per il benessere e attutisce l’impatto di un nubifragio, prevenendo le frane. «Ulteriore problema è dato dal sistema di fossi, torrenti e rigagnoli, sottovalutato sia dal punto ambientale che idrogeologico. La sezione dell’alveo lascia il posto a pavimentazioni, parcheggi e quant’altro, senza tener conto della portata massima. Così basta un temporale per far saltare i tombini, e allagare le cantine o i garage di condomini appena costruiti. Con grossi danni, pagati dai singoli o dalla collettività, mai dagli speculatori». C’è anche l’aspetto dei centri commerciali e dei capannoni artigianali. «Sono sorti in maniera massiccia un po’ ovunque. Contribuiscono a congestionare il traffico, già insostenibile. Assurdo che si realizzino numerose rotonde, annullando il vantaggio con la creazione di nuovi accessi sulla strada. Questa concentrazione di zone industriali stride con la sbandierata vocazione turistica». Il Coordinamento donne critica pure la realizzazione a tamburo battente di porti e approdi. «Le spiagge della Valtenesi sono tra le più belle del Garda. Ma sono minacciate da una serie di progetti approvati dalla conferenza dei servizi (costruzione di nuovi moli, ampliamento di quelli esistenti), con grave danno alla balneazione e alla pesca. Il lago appartiene a tutti. Non sentiamo l’esigenza di un aumento del numero dei motoscafi d’alto bordo, con conseguente tributo di vittime innocenti (il caso di Sirmione) e un eccessivo inquinamento delle acque». Aperta una sede a Raffa di Puegnago, in via XX Settembre 16, numero di telefono e di fax 0365-555062 (indirizzo di posta elettronica: sosgardabs@libero.it), le donne sostengono che occorre puntare a un turismo di qualità, valorizzando l’aspetto botanico, biologico, artistico, ecc. «E’ possibile creare posti di lavoro – sottolineano – e fare impresa in un modo differente, individuando percorsi culturali, gestendo sentieri, ripulendo i fossi, effettuando bonifiche, allestendo torrette di avvistamento, riscoprendo gli stagni, la roverella, il rospo e il gufo. «Ci vuole una cura diversa del territorio, dicendo basta all’espansione edilizia, che rende qualcosa in termini di oneri di urbanizzazione ma provoca danni enormi. Senza dimenticare che bisognerebbe ripristinare il controllo sulla legittimità degli atti amministrativi. Ci riferiamo, in particolare, ai piani regolatori, alle varianti adottate ai sensi della legge 23 del ’97, alle autorizzazioni edilizie, ecc. La mancata vigilanza contribuisce ad accrescere le offese all’ambiente e al paesaggio. E l’azione repressiva nei confronti di tali reati è sempre meno adeguata e tempestiva». Il Coordinamento si è presentato e oggi è già in prima linea a Manerba, al Porto Torchio, con una raccolta di firme per bloccare i lavori di ampliamento del molo, proprio nel cuore del golfo della Romantica. In campo anche Legambiente e il gruppo «Salviamo il Porto Torchio».

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