mercoledì, Aprile 24, 2024
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Giunto il finanziamento regionale di sei milioni che consentirà la realizzazione del centro polivalente

Toscolano, nasce il grande museo della carta

Nella Valle delle Cartiere di Toscolano, culla dell’industria cartaria italiana, sorgerà un moderno centro polivalente dedicato all’industria cartaria. L’iniziativa, da tempo nei progetti della pubblica amministrazione, ha trovato proprio in questi giorni la necessaria copertura finanziaria grazie da un contributo regionale di ben 6,12 milioni di euro. Una cifra considerevole, ottenuta in parte (40 per cento) a fondo perduto e in parte (60%) tramite contributo Frisl ventennale da restituire a interessi zero. Cultura, archeologia industriale e riqualificazione del territorio: sono questi gli ambiti nel quale si inserisce il progetto di recupero funzionale del polo cartaio di Maina Inferiore, nella cui portineria è stato da tempo realizzato il primo nucleo del museo della carta. La vecchia cartiera, l’unica in valle che conserva ancora l’alta ciminiera in mattoni, diverrà un centro di conoscenza dedicato alla produzione cartaria, una struttura museale di valenza nazionale, ma anche un luogo vivo e vitale che possa ospitare attività artigianali legate al mondo della carta, per esempio un centro di restauro del libro antico. La cartiera di Maina Inferiore fu l’ultima della valle a cessare l’attività (produsse carta per affissi fin verso gli anni Sessanta) ed è quasi il simbolo di un trascorso imprenditoriale che affonda le radici nel Quattrocento, quando Toscolano era il polo cartario della Serenissima repubblica veneta. L’operazione è considerata strategica per il futuro sviluppo dello straordinario percorso di archeologia industriale della Valle del Toscolano, ma potrà rappresentare anche un importante volano per l’economia turistica del comprensorio. Per ribadire il sostegno regionale all’ambizioso progetto, domani, mercoledì 29 dicembre è atteso a Toscolano l’assessore regionale alla Cultura Ettore Albertoni, che lo scorso febbraio si era già recato nella Valle delle Cartiere per rendersi personalmente conto dello straordinario valore storico e culturale che la zona conserva. Il progetto di valorizzazione della valle, già delineato, era stato illustrato ad Albertoni dal prof. Carlo Simoni, che da tempo si occupa del destino della valle come membro del comitato tecnico-scientifico che ne cura il recupero. «L’obiettivo – ha detto Simoni – è riassumibile nel motto “riabitare la valle delle Cartiere”». Non si intende, ovviamente, cercare di riprodurre esperienze del passato né, tanto meno, tentare di trasferire in questo ambiente straordinario per la molteplicità di interessi che presenta le modalità proprie della fruizione turistica di massa. Si vuole piuttosto tornare ad avere cura di un territorio che è in grado di restituire un’identità collettiva a livello locale, aprendolo nuovamente alla fruizione pubblica. In questo senso sarà fondamentale la funzione del centro scientifico che verrà allestito a Maina Inferiore. Il centro dovrà essere la «porta» che introduce ai motivi di grande interesse archeologico-industriale, storico e ambientale disseminati lungo la valle, la forra scavata dal torrente Toscolano che è stata per secoli il fulcro della vita produttiva di Toscolano Maderno. Vi si costruirono cartiere che sfruttavano l’energia idraulica del fiume fin dal Quattrocento, quando Toscolano divenne il polo cartario della Serenissima repubblica veneta e le sue pregiate carte venivano smerciate nei mercati di mezza Europa. Un documento del 1608 parla della presenza in valle di 160 piccole cartiere, di cui oggi restano numerosissimi ruderi. Sono tracce di un passato produttivo che fanno di questo luogo uno dei più significativi siti di archeologia industriale del Nord Italia.

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