sabato, Aprile 27, 2024
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Ieri mattina esperti a convegno nell’anniversario del sisma del novembre 2004

Tre anni dal terremoto«Il rischio c’è ancora»

«La macchina organizzativa, che ha reagito immediatamente al sisma che ha sconvolto la Provincia di Brescia la notte del 24 novembre del 2004, è un modello da conservare e da esportare». Ne è convinto Silvio Lauro, responsabile della direzione organizzativa della Giunta regionale a Milano.«Per il futuro le amministrazioni locali dovranno puntare molto sull’attività di prevenzione – ha sottolineato Lauro all’assemblea di ieri alla sala dei Provveditori del Palazzo municipale di Salò Lauro – per attivare interventi significativi in modo da evitare drammi umani come perdite di vite, o meno drammatici ma gravi come i danni agli edifici».Proprio per questo motivo in occasione dell’anniversario dei tre anni dal sisma che sconvolse Salò e la Valsabbia, l’amministrazione comunale ha realizzato un vademecum dal titolo «Commemorare per Imparare». Si tratta di un opuscolo di 16 pagine che sarà distribuito in tutte le case con l’obbiettivo di insegnare come comportarsi in caso di situazioni di pericolo. Un piccolo manuale che spiega quali procedure avviare in caso di terremoto, rischio idrogeologico o incendio.«A distanza di tre anni dal sisma che sconvolse la nostra comunità – spiega il sindaco Gianpiero Cipani – occorre verificare quali siano le esigenze e le necessità del territorio in caso di calamità naturale»La priorità evidenziata dai tecnici e dai professionisti che hanno affrontato in modi diversi l’emergenza terremoto sul Garda, è che per prevenire eventi calamitosi di questo tipo occorre una sinergia efficace fra pianificazione d’emergenza e quella urbanistica.Buona parte del rischio, insomma, dipende da come e dove si costrusicono gli edifici. Un progetto in linea con le parole del direttore del Centro di studio e ricerca per la conservazione e il recupero dei beni architettonici e ambientali, professor Ezio Giuriani. «Il miglioramento sismico di edifici storici, l’isolamento sismico e la presenza nei comuni di apparecchiature antisismiche sono indispensabili».Alle parole di Giuriani fanno eco quelle del professor Petrini del Politecnico di Milano. «Occorre intervenire sugli stabili costruiti prima che le norme sismiche entrassero in vigore. Il prossimo passo è stanziare risorse per avviare una politica pluriennale di interventi sistematici».In quest’ottica Petrini non si riferisce necessariamente agli edifici di culto, (l’ultima piaga del terremoto di tre anni fa che vede 302 edifici lesionati e 175 le pratiche istruite).«Per paradosso gli edifici storici come le chiese o i palazzi del secolo scorso o della prima metà del ‘900 sono molto più resistenti delle abitazioni costruite in cemento armato a cavallo degli anni ’50 e ’60. Proprio su questa categoria di edifici è necessario intervenire tempestivamente».[FIRMA]

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