venerdì, Marzo 29, 2024
HomeAttualitàUn centro giovanile contro il disagio
Ha sede nella Palazzina storica ed è aperto due pomeriggi alla settimana: si studia e si parla con le educatrici. Lo hanno richiesto i ragazzi «Manca un luogo dove trovarci»

Un centro giovanile contro il disagio

Peschiera pensa ai suoi giovani. Pensa a seguirli e ad accompagnarli negli anni più critici della crescita. Pensa a creare punti di riferimento per il tempo libero, luoghi da condividere insieme dove è possibile trovare risposte anche per lo studio o per risolvere qualsiasi altro problema. È nato così, dall’esperienza di un Consiglio comunale aperto ai ragazzi, il primo centro giovanile del paese. Con sede nella Palazzina storica, è stato pensato e voluto proprio per quei giovani «che non hanno altri luoghi per incontrarsi e ritrovarsi diversi dal darsi appuntamento in strada, in piazza o dentro qualche locale», spiega Orietta Gaiulli, assessore alla pubblica istruzione. «L’idea e, soprattutto, la sua realizzazione nascono dalla collaborazione con i servizi sociali del Comune e in particolare con l’educatrice Erika Cestari che segue specificatamente i ragazzi nell’età adolescenziale, quelli che frequentano le scuole medie; nel Consiglio comunale dedicato a loro, avevamo chiesto di segnalarci i temi che più sentivano vicini, che più stavano loro a cuore e di manifestarci i bisogni più sentiti». «Tra questi ultimi», continua l’assessore, «nella lista che ci è stata recapitata ricca di numerosi spunti e di idee, vi era anche quella relativa ad uno spazio, alternativo ad esempio alla parrocchia, che diventasse un punto di aggregazione: in molti hanno espresso il desiderio di averne uno a disposizione, abbiamo lavorato per crearlo e ora siamo in grado di rispondere». «Così abbiamo aperto questo centro giovanile», spiega l’assessore, «ogni giorno dalle 16 alle 19, individuando nella Palazzina Storica la sede più opportuna: qui, per due pomeriggi alla settimana i ragazzi possono fare i compiti aiutati dalle operatrici mentre il sabato sono liberi di frequentarlo facendo ciò che preferiscono, incluso il non far nulla». «L’idea base è, naturalmente, quella della prevenzione del disagio», aggiunge l’educatrice Erika Cestari, «il che significa certamente prevenzione non solo, ad esempio, dalla droga, ma anche di tutti gli altri rischi in cui è facile, forse anche ingenuamente, cadere. Il panorama è complicato, i pericoli sono molti, arginarli e fornire i giovani degli strumenti per fronteggiarli con maturità è un percorso tutt’altro che facile». «Non bisogna avere fretta», raccomanda l’esperta, «quella da fare con gli adolescenti di oggi è una costruzione lenta che può nascondere per molto tempo gli eventuali risultati. Un’unica cosa si può e si deve fare: è fondamentale esserci, dare loro un’opportunità in più, è importante che sappiano che c’è un luogo dove possono incontrarsi, raffrontarsi, discutere o magari anche solo stare a guardare senza parlare, senza esporsi in prima persona, dove non sono chiamati a dare subito chissà quali risposte ma nel contempo possono, anche se nel silenzio, confrontare la propria esperienza con quelle altrui». «Insomma», conclude la Cestari, «un luogo dove possono imparare che si può costruire e crescere insieme, con fatica, e che la vita non è ciò che si vede in televisione. I risultati? La presenza di decine di giovani, ogni sabato, è la miglior conferma alla validità di questa proposta». Ma non è tutto qui. Il progetto può dare i risultati migliori quanto più si riesce ad affondare le radici del «costruire insieme» nelle fasce di età più piccole: con la Cestari c’è una collega, Francesca Masetti, che segue i più piccoli, sino ai tre anni, in incontri, a Cavalcaselle, che ovviamente coinvolgono prima di tutto le mamme. «La risposta al centro giovanile è stata senza dubbio più che positiva», riprende l’assessore Gaiulli, «il che ci fa pensare a come potenziarlo ulteriormente e, allo stesso tempo, a farne l’esperienza base da cui partire per altri progetti come il teatro, o una sala prove dove i giovani di Peschiera che amano far musica possano mettersi in gioco liberamente. Dov’è, in effetti, che possono suonare senza disturbare i vicini?». «L’obiettivo è anche quello di coinvolgere tutte le agenzie educative, dalle famiglie alle scuole fino alle parrocchie per riuscire a dare ai nostri giovani un messaggio unico. Naturalmente non ci fermiamo qui: tra qualche settimana ripeteremo l’esperienza del Consiglio comunale aperto ai giovani e il confronto diretto sarà il momento della verifica e del nuovo dibattito su altri temi e sfide da raccogliere e affrontare tutti insieme».

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video