giovedì, Aprile 25, 2024
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L’elettrodotto e la funivia

Un incrocio che fa paura

L’incrocio in cielo fa paura. Se è doppio, terrorizza. Sopra la testa di chi a bita in via San Michele i cavi dell’alta tensione intersecano quelli della funivia del Baldo in ben due punti. Segni neri carichi di kilowatt corrono sulle case e disegnano una temibile croce sulle rocce. Pare l’autostrada dell’elettricità, con tanto di rumore: a chi non è abituato, il ronzio di fondo disturba le orecchie. La gente si lamenta e guarda in alto continuamente, per abitudine: teme per la propria salute, prova a immaginare l’incidente (il traliccio che cede, il cavo dell’Enel che si spezza e cade sulle cabine piene di gente, il corto circuito tra i due impianti) e si illude che, prima o poi, si trovi rimedio. Lo ha sperato soprattutto due anni fa, in occasione dei lavori di rifacimento della funivia: «era il momento giusto», spiegano i malcesinesi preoccupati, «per pensare a delle soluzioni». Impossibile. Alternative all’incrocio non esistono. E poi i tecnici garantiscono: «È tutto a norma, sia i viadotti che l’impianto di risalita sono stati costruiti nel rispetto delle leggi sulla sicurezza. E non è una rarità», sottolineano, «che linee ad alta tensione incrocino impianti di risalita: ce ne sono tante di situazioni così in giro per l’Italia». Tra gli addetti ai lavori, ce n’è uno che si lascia scappare una riflessione sibillina: «La legge è rispettata, caso mai bisogna vedere se quella che c’è è sufficiente». L’ingegnere Dal Lago, dirigente per la Provincia di Trento del settore impianti a fune e impegnato con l’università di Padova in ricerche e studi che interessano proprio la funivia del Baldo, è chiaro: «Lì sono osservate tutte le regole, questo deve essere detto, perché in presenza anche di una minima deficienza l’infrastruttura non avrebbe ottenuto le autorizzazioni al funzionamento. Il problema, a volerlo affrontare, va analizzato in termini diversi, cioè domandandosi se la legislazione in materia elettrica è effettivamente in grado di supplire ad ogni emergenza, anche la più inverosimile». Carlo (dirigente dell’Agip in pensione), non se ne convince: «Sono un tecnico, ho costruito impianti per la mia azienda in tutto il mondo, a San Michele sarà anche tutto a posto ma non si può certo dire che sia normale avere sulla testa una simile spada di Damocle». E insiste: «questi sono elettrodotti ad alta tensione, si parla di centinaia di kilowatt di potenza, basta mettersi sotto ad un traliccio e si sente l’aria frusciare. Io non sono convinto che non si possa far niente». L’ultima volta che è salito sul Baldo, circa tre settimane fa, ha deciso «di non fare l’italiano indifferente: sono andato dai carabinieri di Pastrengo», confessa, «e ho avvisato della situazione pazzesca, che si interessassero». È spaventata anche Maria («inventiamoci il nome, per favore», prega, «che senno poi mi fanno i dispetti»): nel giardino di casa ospita un traliccio della linea elettrica che sopra il tetto della sua casa incrocia la funivia. «Quest’estate sono venuti dei tecnici dell’Enel a fare delle ispezioni», racconta, «parlavano di alzare l’elettrodotto. Quando c’è il temporale salta la corrente e ad ogni fulmine sto col fiato sospeso: sono troppo vicini i punti in cui le due linee si sormontano. Se davvero portassero più in alto l’impianto elettrico, mi sentirei più tranquilla». Sempre in via San Michele vive Susanna: «Avevo sul poggiolo un cavo dell’Enel», dice, «ho fatto di tutto perché me lo tirassero via, li ho tempestati di telefonate e dopo sette mesi sono venuti a spostarlo. Gli sbalzi di corrente? Verso sera sempre». Nella stessa strada ha casa Michele: «Sì, ci si pensa all’incidente», ammette, «ma che si può fare? Sarebbe bene che i due impianti non avessero punti di contatto così almeno, nell’ipotesi peggiore, il danno sarebbe minore». Anche Paola ha la sua storia di paura: «Ho l’alta tensione sopra alla testa, di corrente ne arriva poca e con sbalzi enormi». E sbotta: «Non so se dipende dall’interferenza della funivia ma mi sono successe cose molto pericolose. Se ci fosse da fare una petizione per chiedere di cambiare il tracciato della linea elettrica visto che quello della funivia è intoccabile, non avrei dubbi a sottoscriverla. Una raccolta di firme, forse, sarebbe utile». La proposta, ora, c’è.

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