«Sono ben 300 le chiese della nostra provincia danneggiate dal terremoto del 24 novembre», annuncia Silvio Lauro. Il 10% (una trentina) è in Valtenesi, a Desenzano, Lonato e Sirmione, che appartengono alla Curia di Verona. Francesco Beschi, vescovo ausiliare di Brescia, porta il saluto di monsignor Giulio Sanguineti, e sottolinea «la forte unità di tutti coloro che si sono adoperati ai vari livelli. Un riscontro di assoluto rilievo. Molti edifici di culto sono stati colpiti, e in modo grave. Due le preoccupazioni: occorrono provvedimenti finanziari, ma non solo; la priorità va data alle persone, alle famiglie, alla loro vita». Il parroco di Salò Francesco Andreis abituato a rimboccarsi le maniche (sale sulle impalcature con i muratori, dà una mano agli imbianchini a pitturare le facciate, aiuta gli idraulici ad aggiustare gli impianti mal funzionanti, eccetera). «Nella mia parrocchia sono state bastonate 14 chiese su 15 ? rammenta Andreis -. Per chiedere il risarcimento dei danni, ho compilato 22 moduli. Dicono che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Ma la troppa lentezza ci fa morire. O voi politici, fate in modo di non rallentarci troppo. Eppoi mi sembra ridicolo pagare il 10% di Iva sui lavori di ricostruzione. Il Garda e la Valle Sabbia dovrebbero ricevere ulteriori agevolazioni». «Abbiamo garantito almeno una chiesa aperta in ogni paese ? ribatte Silvio Lauro – . Grazie all’apporto della Amministrazione provinciale, sono state allestite cinque tensostrutture». Una a Fasano di Gardone Riviera, le altre in Valle Sabbia, necessarie per garantire lo svolgimento delle messe, dei funerali e delle altre attività religiose.
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