«No, non credo che sia stato un gesto voluto. Penso invece che si sia trattato di un errore, senza malafede. Ad ogni modo questa cosa è utile perché ci fa riflettere. Serve a ricordarci quelli che sono i nostri valori, che un po’ stanno andando perdendosi». Non fomenta certo la polemica il decano di Arco, don Luigi Amadori, nel commentare l’episodio accaduto nella mensa della scuola media di Prabi mercoledì scorso, «mercoledì delle Ceneri», giorno, secondo il credo cristiano, di digiuno e d’astinenza.Eppure quello che è successo è un fatto di un certo rilievo, che scuote l’animo di chi crede fermamente nella nostra religione e negli insegnamenti da essa profusi. La vicenda è presto spiegata. I ragazzi della scuola media S. Nicolò sono stati “costretti”, nel primo giorno di quaresima, a mangiare, come seconda portata, un piatto a base di carne non essendoci in menù alcuna alternativa, quale formaggio o pesce. Tutto ciò ha provocato la disapprovazione di un genitore, il noto sportivo arcense Maurizio Lo Turco, che si è rivolto ai quotidiani locali per stigmatizzare l’accaduto, rivolgendo quasi una sorta di appello ai credenti di fede cattolica. Un appello che la massima autorità ecclesiastica di Arco condivide in pieno. «Occorre più attenzione alle nostre tradizioni – spiega don Luigi Amadori – e ai valori cristiani da salvaguardare. In questo dovremo sentirci più partecipi e motivati. Guardate come altre religioni difendono le proprie radici. Abbiamo molto più riguardo per le usanze e i riti altrui che per i nostri. Per quanto concerne, invece, la questione sollevata torno a ripetere che non penso che la cosa sia stata fatta di proposito. E quindi non vedo motivo per lamentarsi o arrabiarsi. E poi, sotto i 14 anni, non vige l’obbligo del digiuno». Assoluta comprensione e indulgenza, quindi, nelle parole di don Amadori, anche per il Grancarnevale che, causa il maltempo dell’altro giorno, concluderà le proprie fatiche domenica prossima, in pieno periodo quaresimale. «Non possiamo impedirne lo svolgimento – è il suo pensiero – è giusto che venga fatto. So che qualcuno dei miei fedeli ne avrà a male e storcerà il naso ma spero che alla fine capisca che la cosa non offende la morale religiosa se confezionata, e proposta, come sono sicuro, in un certo modo. A loro chiedo un gesto di solidarietà e anche di sopportare un po’. E’ un episodio straordinario, dettato dal maltempo. L’importante è che non diventi una consuetudine».
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Abbiamo più riguardo per le usanze altrui che per le nostre
«Solo un errore, ma riflettiamoci»
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