martedì, Marzo 25, 2025
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L’ufficio tecnico dà la linea «Ecco come intervenire»

A Salò si è parlato dei lavori alle case

Ieri mattina, nella biblioteca dell’Istituto tecnico Battisti, gli uomini dell’ufficio urbanistica del comune di Salò (Giovanni Ciato, Luca Ferri e Libero Leali) hanno incontrato architetti, ingegneri e geometri che operano in loco, per dare le disposizioni relative agli interventi da effettuare negli edifici. Una settantina i presenti. Queste le indicazioni più importanti. Nel caso di semplice manutenzione ordinaria e di interventi che non interessano strutture portanti del fabbricato (solai, travi, pilastri) i proprietari possono procedere direttamente alla esecuzione delle opere, senza la necessità di alcun provvedimento comunale. Si consiglia comunque di presentare apposita comunicazione, secondo il modello disponibile presso l’Ufficio tecnico, al fine di eventuali agevolazioni fiscali e rimborsi. Per mettere mano alle strutture portanti, bisogna rivolgersi a un tecnico di fiducia abilitato, che dovrà predisporre apposita relazione, con eventuali elaborati, da allegare alla denuncia di inizio attività. Nel caso di sovralzi, ampliamenti, ristrutturazioni, ricostruzioni con cambio di destinazione d’uso e/o diversa distribuzione interna, modifiche consistenti dell’aspetto esteriore, è invece necessario seguire la procedura ordinaria, prevista dalla normativa vigente: richiesta di permesso di costruire, autorizzazione paesaggistica e quant’altro. Se l’immobile è vincolato dal punto di vista monumentale, tutte le opere vanno concordate con la Soprintendenza. Per quanto riguarda gli edifici considerati inagibili dalla Protezione civile e dal comune, il proprietario dovrà rivolgersi a un tecnico di fiducia abilitato, il quale predisporrà apposita relazione sugli interventi che intende eseguire. Al termine, presenterà una dichiarazione di avvenuta messa in sicurezza. Solo allora il sindaco potrà revocare l’ordinanza di inagibilità. «Per realizzare cordoli, pilastri, lesene, cordoli di irrigidimento – dice Ciato – non occorre alcuna autorizzazione paesistica. Ma dobbiamo sapere cosa si va a fare. Le prescrizioni riguardanti gli interventi strutturali sul consolidamento degli edifici sono meno rigide rispetto alla costruzione dei nuovi. Gli oneri di urbanizzazione sul ripristino non vanno pagati. L’occupazione di spazi pubblici? La autorizziamo senza alcun canone. Basta contattare i vigili urbani. I camini? Non vanno più rifatti in muratura o cemento, poichè troppo pesanti. Il rame è un materiale più idoneo. L’Ici? La scadenza è stata prorogata al 31 gennaio. L’amministrazione valuterà eventuali riduzioni». Sul tema delle inagibilità, «in un primo momento i vigili del fuoco hanno adottato criteri di totale prudenza, chiedendo al sindaco l’evacuazione di numerosi edifici. Successivamente la Protezione civile e gli Ordini professionali hanno usato metodi e criteri di valutazione diversi, indicando gli interventi da effettuare. Adesso bisogna passare a una terza fase: chiediamo a voi tecnici di relazionarci sulle opere di messa in sicurezza che intendete fare. L’obiettivo è di rientrare alla normalità entro pochi mesi. Se ripartiamo in fretta, daremo un segno di vitalità e vigore. Contributi? Finanziamenti? Crediamo che saranno privilegiati quanti non hanno più la casa, rispetto a chi deve solo tappare le crepe. Per i danni inferiori a 15 mila euro si chiede un preventivo iniziale e/o una fattura finale, con una relazione del tecnico o dello stesso privato. Se la cifra è superiore, occorre una perizia asseverata». Ciato ha annunciato che le tariffe del condono edilizio, i cui termini scadono proprio in questi giorni, sono state aumentate del 50%. Il comune ha deciso di applicare la misura massima. Intanto il sindaco Giampiero Cipani avverte che «le ordinanze di sgombero degli edifici erano un atto dovuto. L’Enel-gas non chiuderà immediatamente il contatore. Adesso bisogna valutare casa per casa. La situazione va gestita senza eccessivi allarmismi». Intanto è iniziato il trasferimento dei documenti dal Palazzo municipale, che rimarrà chiuso per un paio di anni.

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