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Il Corpo forestale illustra l’ultima modifica della Convenzione Cites

Anguille ora nella listadelle specie protette

Sono inserite tra quelle a rischio di estinzione: d’ora in poi ogni «piatto» dovrà avere un certificato d’origine legale«Quaresima», e lo è davvero, per i ghiotti d’anguilla e nuove regole per chi la commercializza. Questo pesce è infatti inserito ora tra le specie protette, sebbene popoli tutto il lago di Garda, i suoi affluenti, l’Adige, i corsi d’acqua di pianura, assente solo in quelli di montagna. Potrebbe divenire, adesso, un piatto raro e caro come certi molluschi marini.Lo fa sapere il Corpo forestale dello Stato di Verona, comunicando le ultimissime novità in materia di Cites (Convenzione internazionale sul commercio di specie in via di estinzione), vale a dire il regolamento 318 del 2008 della Commissione europea del 31 marzo 2008, in cui si prescrive che l’Anguilla Anguilla (l’ «anguilla europeaA), dal 13 marzo 2009, entri a far parte degli esemplari protetti e regolamentati dalla Convenzione di Washington (Cites).E così questo «specimen» (incluso nell’appendice II della Convenzione e in allegato B per la Comunità Europea) «potrà essere commercializzato, ma l’esemplare, vivo, morto e parti dello stesso, dovrà essere scortato da documentazione che attesti la sua origine legale, come prescritto dalle normativa», fanno sapere dall’Ufficio Cites di Verona.«Tutti i titolari di esercizi commerciali, dagli allevatori alla grande distribuzione, dovranno farne denuncia ai servizi territoriali Cites del Corpo forestale dello Stato entro il 12 maggio 2009» (via Ederle, 16 a Verona; tel: info: 045 8300139,).Sembra strano, ma in questo modo l’”Anguilla Anguilla”, si affianca ad altri pesci come gli Storioni (Acipenseridae) e molluschi quali il Dattero di Mare (Lithophaga lithophaga) già nella Convenzione da numerosi anni rimasti in ogni caso nei menù di numerosi esercizi di ristorazione. «Gli obiettivi sono disciplinare il commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione, in maniera che le specie, usate in modo sostenibile possano conservarsi», spiegano gli esperti. Aderiscono alla Convenzione 169 Paesi. Il «caso anguilla» entra nell’ambito della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione sottoscritta a Washington il 3 Marzo 1973, emendata a Bonn, il 22 giugno 1979.È regolato da leggi comunitarie e nazionali il cui spirito è sempre quello della protezione della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio. La legge italiana contempla anche quelle regole che vietano, nel commercio, la detenzione di esemplari vivi di mammiferi e rettili che possano costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica.Il Cites è un organismo che, in materia di commercio di fauna e flora, svolge le funzioni, previste dalla Convenzione e dai regolamenti comunitari, di autorità scientifica nazionale ed è istituita presso il ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio, presieduta dal ministro dell’Ambiente o da un suo delegato.È composta da 18 membri nominati con decreto ministeriale su indicazione di enti di carattere scientifico; della Conferenza Permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome; di associazioni ambientaliste.

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