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Coltivazioni di energia. L’agricoltura ci crede. Gli imprenditori zootecnici avicoli sperimentano l’uso della pollina come comburente

Biomasse, nuove prospettive dal convegno

Le biomasse accendono l’interesse degli agricoltori bresciani. Erano oltre 200, ieri, quelli che non hanno voluto mancare al convegno di Montichiari organizzato dall’assessorato provinciale all’Agricoltura per illustrare le opportunità offerte da questa nuova «alternativa». Il tutto alla vigilia dell’apertura del bando per la misura H del Piano di Sviluppo Rurale, che mette a disposizione fondi per l’imboschimento delle superfici agricole e la conseguente produzione di legname da utilizzare come combustibile. «È un’alternativa nella quale come istituzione crediamo in maniera convinta – ha spiegato l’assessore provinciale all’agricoltura, Mariastella Gelmini -. Innanzitutto perchè l’attuale situazione sul fronte energetico, ed in particolare il caro petrolio, rende non più rinviabile un discorso di approfondimento sulle energie alternative; in secondo luogo perchè sarebbe sciocco non incentivare la doppia opportunità offerta dalla produzione di biomasse, che oltre a garantire maggiore tutela dell’ambiente può anche essere un’interessante fonte di reddito per gli agricoltori». Ospiti della giornata numerosi esperti del settore come Angelo Scaravonati, vicepresidente del neonato Consorzio produttori biomasse di Lombardia, o Renzo Capra, presidente dell’Asm di Brescia, che hanno contribuito a focalizzare il quadro relativo alla coltivazione delle biomasse legnose: l’impegno previsto dalla misura H per l’agricoltore che decidesse di tentare questo investimento è di 15 anni, la specie più idonea il pioppo, in particolare alcuni cloni in grado di produrre grandi masse vegetali. La spesa massima ammessa per ettaro è pari a 4500 euro, con una percentuale di contributo pari al 70%. Vanno aggiunti un premio annuale manutenzione per il primo e il secondo anno (620 euro ad ettaro), uno per il mancato reddito (725 euro ettaro erogati per quindici anni): la superficie minima è di 10 mila euro, il reddito comincia dal secondo anno e la quotazione media per una tonnellata di legname venduto è attualmente di 35 euro. Da notare che vi sono centraline a biomassa per la produzione di energia, come quella di Sellero, disposte a sottoscrivere contratti pluriennali con i produttori per la fornitura di materia prima. «Se non aumenta la produzione nel Bresciano – ha detto il presidente Giampiero Bressanelli- saremo costretti a rivolgerci ad altre province». Ora, non resta che attendere il verdetto dei diretti interessati, gli agricoltori. E intanto anche gli allevatori avicoli puntano a diventare protagonisti dei processi energetici: dopo aver sperimentato in estate l’utilizzo delle polline (lettiera degli allevamenti) come comburente dell’inceneritore di Asm, gli allevatori bresciani stanno sondando altre multiutility interessate a smaltire gli scarti producendo energia. A questo proposito una delegazione della sezione Avicola dell’Upa ha organizzato nei mesi scorsi una visita ai mini-impianti utilizzati in Germania.

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