Il golf in provincia è nato qui, ai piedi del Monte Castello, in comune di Toscolano anche se nell’immaginario collettivo tutti lo chiamano, e continueranno a chiamarlo, «Golf di Bogliaco» perché era da Bogliaco che mosse l’albergatore Billia alla ricerca di un terreno sul quale disegnare un campo, individuando l’area poco sopra l’albergo sul porticciolo, ma non più nel comune di Gargnano, in un gradevole catino verde. Il Golf di Bogliaco ha iniziato una nuova stagione: la prima era quella avviata nel 1912, la seconda quella che da ieri, con l’inaugurazione, propone il raddoppio del percorso che passa da nove a diciotto buche, a conclusione di una serie di investimenti che negli ultimi anni hanno fatto ricadere sull’impianto delle «Brede» 3,5 milioni di euro. Cambia il campo non cambieranno «il suo stile e la sua storia» ha promesso Giacomo Gnutti; cresce il percorso non diminuirà «invece – ha ricordato ancora il presidente di Bogliaco Golf Resort durante la serata inaugurale – l’impegno per qualificare la struttura come importante attore nello sviluppo turistico dell’Alto Garda bresciano». Già, perché il golf è sempre più il volano per il richiamo «e l’arrivo di nuovi turisti – ha sottolineato l’assessore regionale al Turismo Massimo Zanello – di qualità», dentro ad un’industria dell’ospite che sul Garda sta cambiando, che cerca clienti diversi da quelli del passato. Il golf in questo mutamento sta facendo la sua parte «e la nostra terra – ha ricordato il presidente della Provincia Alberto Cavalli – sta giocando un ruolo importante, con sette campi ai quali la mia Amministrazione pone attenzione anche perché sono un investimento nell’ambiente, sono polmoni verdi veri». «Un’attenzione, quella della politica – ha quindi riconosciuto Riccardo Pisa, vice presidente di Federgolf – che fa piacere, visto che ci confrontiamo con altre Amministrazioni italiane che con noi dialogano con fatica». Golf fiore all’occhiello «per il nostro di Toscolano – ha sottolineato il sindaco Paolo Elena – al quale fa piacere aver giocato un ruolo in questa realtà, consentendone la realizzazione e favorendone lo sviluppo con il programma di inserire nel Prg un piccolo albergo e un residence», che rappresenteranno la terza stagione del campo gardesano. Questo il futuro prossimo, il passato sono stati gli americani che durante la seconda guerra mondiale giocavano a baseball, la ripresa dell’attività nel 1953 affidata a Nino Capelli, l’impegno di Pier Giuseppe Beretta «che – ha ricordato Giacomo Gnutti – nel 1986 ha favorito il nostro ingresso nella proprietà, unitamente a Piero Negroni» la cui famiglia controlla il 33%, mentre il 66% è di Fgh. Lo sviluppo dell’impianto è stato dedicato «a mio padre Franco – ha detto, commosso, Giacomo Gnutti – ed a Piero Negroni che condivise fin dal 1986 il nostro ingresso in questa iniziativa prima immobiliare ed ora imprenditoriale». Imprenditoriale perché un campo da golf è un’impresa, perché l’acquisizione di terreni fortemente parcellizzati ha richiesto tempo, perché si trattava di convincere parte della comunità del valore complessivo che il golf porta per tutti nella zona, perché un impianto richiede manutenzione, uomini, organizzazione e, appunto investimenti che richiameranno «se si creeranno le condizioni – ha concluso il presidente della società – altri investimenti» Da oggi si gioca, anzi, si ri-gioca perché ieri c’è stata la gara inaugurale.
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Ieri l’inaugurazione delle nuove nove buche dello storico campo nato alle Brede di Toscolano ai piedi del Monte Castello. Negli ultimi anni 3,5 milioni di € di investimenti per la crescita