sabato, Marzo 15, 2025
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Si accende la polemica tra i due club calcistici sulla gestione degli impianti comunali. Modena: «Agli altri tre campi in erba, a noi solo uno in terra»

Calcio, lite all’ultimo stadio

Problema: un paese ha due club di calcio dilettantistico e tre stadi municipali. Succede però che uno dei due club (il più grosso, ovvero la Pro Desenzano) gestisce tutti e tre gli impianti comunali, ovvero il Dal Molin, il Tre Stelle e lo stadio di Rivoltella. L’altro club invece (la neonata Ac Desenzanese) deve accontentarsi del campetto in terra battuta dietro l’ospedale, senza magazzini, senza bar, senza nemmeno l’erba per giocare in sicurezza. Sulla gestione degli stadi comunali torna così a divampare la polemica, con l’affondo del presidente dell’Ac Desenzanese, Antonio Modena. «Non è giusta questa situazione: agli altri tutto e a noi niente. Giovedì porterò i ragazzi in Comune per sostenere le nostre ragioni, andremo dal difensore civico e dal sindaco. Il nostro club è appena nato, ma ha già 150 tesserati, tutti ragazzi di Desenzano: 70 bambini della scuola calcio, 20 Esordienti, 20 Giovanissimi, 20 Allievi e 20 della prima squadra, che gioca in Terza categoria. Il Comune ha tre stadi, e sarebbe giusto che almeno uno lo assegnasse a noi». Le rivendicazioni di Modena, da trent’anni personaggio di spicco del calcio desenzanese, dette così non fanno una piega. La sperequazione c’è, effettivamente. Ma la storia è molto più complicata. Fino a due anni fa esistevano due club: il Rivoltella (con direttore generale Claudio Bertazzi) e l’Ac Desenzano (presidente lo stesso Modena). Poi un anno fa i due club si fusero in un unico sodalizio, e nacque la Pro Desenzano. Modena si fece da parte, ma quest’anno è ritornato in campo fondando l’Ac Desenzanese. Frattanto però, il Comune ha già firmato una convenzione con la Pro Desenzano (che al momento era l’unico club esistente) assegnandole la gestione di tutti e tre gli stadi. Con la nascita della nuova società sono tornate le vecchie polemiche, che si speravano superate con la «fusione» dello scorso anno. Il Comune si trova in mezzo. E l’assessore allo sport Adelio Zanelli, interpellato da Bresciaoggi, calcia la palla in tribuna: «Non è un nostro problema. Sulla gestione degli stadi abbiamo firmato una convenzione l’anno scorso con la Pro Desenzano. Se poi nasce un nuovo club – taglia corto l’assessore – deve mettersi d’accordo con la Pro Desenzano». La palla passa quindi a Claudio Bertazzi, direttore generale della «Pro», arrabbiato per questa situazione: «Con il signor Modena si era fatta una fusione lo scorso anno: l’obbiettivo di tutti era di unire le forze, per dare a Desenzano un unico, grande club. Modena ebbe quello che gli spettava, ma poi decise di farsi da parte rifiutando un ruolo nel nuovo club unificato, e vendette alla Castenedolese il diritto sportivo della vecchia Ac Desenzano. Adesso ritorna con una nuova società e accampa pretese: siamo stupiti e amareggiati». Sembra un pasticcio di difficile soluzione: c’è un club che lamenta l’ingiustizia, e l’altro che protesta per la violazione del patto di «fusione». Ci sono le ruggini di vecchie rivalità, e un Comune che per ora rimane alla finestra. Intanto sono ricominciati i campionati, e a Desenzano si gioca ancora tutti contro tutti.

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