sabato, Aprile 20, 2024
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Programmi e obiettivi dei direttori generali nominati da Galan, che hanno presentato l’esperienza fatta in altre realtà socio-sanitarie del Veneto

Cambio di guardia in tutte le Ulss

Direzioni generali in rosa, motivo di vanto dell’assessore regionale alla sanità Francesca Martini. «Ecco qui le mie donne», ha deto ieri mattina presentando la nuova squadra a capo delle tre Ulss veronesi, «a parte l’avvocato Alessandro Dall’Ora alla 22, alla 20 c’è Maria Giuseppina Bonavina e alla 21 Daniela Carraro. Finalmente qualcosa per le pari opportunità anche in questo campo si muove: la sanità a Verona e in provincia è davvero in buone mani!».Battute (e sesso) a parte, è la professionalità dei nuovi manager ad aver spinto il presidente Galan a sceglierli anche se a più di qualcuno queste nomine hanno fatto venire il mal di pancia tanto da promettere battaglia dentro i partiti e dentro le stesse coalizioni di maggioranza. «Se qualcuno ha qualcosa da dire, si rivolga direttamente al governatore», è stata perentoria l’assessore Martini nel rimandare al mittente le accuse di aver favorito «scelte politiche, non tecniche». Nel mirino il neo direttore generale dell’Ulss 20 Bonavina (dalla quale dipende anche il polo unico di San Bonifacio) data in quota ad An, «etichetta che mi mette a disagio», ha replicato, «ma che proprio non mi sento addosso: sono grata ad Alleanza Nazionale per aver sposato la mia candidatura ma io non sono un politico, sono un tecnico da sempre impegnato in sanità: a Padova, dove ero direttore sanitario dell’Istituto oncologico veneto, ho lavorato bene e sono soddisfatta per quello che sono riuscita a fare.Non mi trovo a mio agio a stare in mezzo alle polemiche ma garantisco che nessuno mi ha chiesto nulla!». «E ribadisco», vuole togliere ogni dubbio la Martini, «che tutti questi direttori generali hanno un grande bagaglio professionale e, soprattutto, grandi qualità umane. È mio impegno favorire l’operatività di ciascuno: con le chiacchiere e le polemiche non si va da nessuna parte, contano i fatti e queste persone hanno i numeri in regola per fare bene».Via, quindi, alle «presentazioni» ufficiali. «L’avvocato Dall’Ora arriva da un’esperienza di direttore amministrativo a Chioggia», ha ricordato l’assessore regionale, «ora, a capo dell’Ulss 22 di Bussolengo, potrà mettere a frutto tutte le competenze acquisite nell’Ulss 14: gli spetta la grande sfida dell’avviamento del Magalini di Villafranca, il secondo ospedale del polo a due gambe previsto nelle schede programmatiche regionali. L’area presenta una serie di problemi, la sfida è impegnativa ma saprà affrontarla nella continuità con ciò che fino ad oggi è stato fatto: saprà certamente sviluppare ulteriormente la ricchezza dell’ospedale di Bussolengo».Da Bussolegno a Legnago: «Anche qui il direttore generale è un avvocato», ricorda la Martini, «Daniela Carraro ha guidato in maniera eccellente l’Ulss 5 di Arzignano realizzando due Utap (Unità territoriali di asssitenza primaria) e un ospedale di comunità: la sua nuova Ulss, la 21, è complessa, con realtà articolate e eccellenze tra le migliori della regione, come quella dell’area nefrologica: mi auguro che questa unità socio-sanitaria rafforzi i processi di umanizzazione delle cure che sono il cuore pulsante della sanità». «Quanto alla dottoressa Bonavina all’Ulss 20», precisa la Martini, «c’è molto da lavorare in città ma anche fuori, in provincia: l’ospedale di San Bonifacio è il fiore all’occhiello delle strutture veronesi, ora deve diventarlo anche nell’offerta»«Insomma», ha ribadito l’assessore Martini, «si tratta di una squadra competente che saprà lavorare in rete per dare risposte concrete e mirate ai bisogni di salute dei veronesi. Ripeto: sono tutti dirigenti dalla consolidata esperienza in campo sanitario che negli ultimi anni hanno dato prova di ottime capacità manageriali e soprattutto di conoscere le esigenze specifiche del territorio. A tutti auguro quindi buon lavoro», ha concluso, «sicura che non perderanno tempo e che agiranno fin da subito per potenziare il modello veneto di sanità che tanto successo ha avuto in Europa: un sistema che si basa sull’integrazione forte tra ospedale e territorio, tra sanità e sociale, tra aziende ospedaliere e università, tra Ulss ed enti locali».[FIRMA]

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