lunedì, Maggio 6, 2024
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Illustrata ai consiglieri la «prefigurazione» d'un possibile futuro

Cecchetto apre la fascia lago ai rivani

Vola alto l’architetto Cecchetto nel ripetere per i consiglieri comunali rivani la filosofia della sua «prefigurazione di un futuro» possibile per la porzione più pregiata, preziosa e delicata del territorio comunale, quella compresa fra viale Rovereto ed il lago. Così può spendere qualche considerazione di partenza sulla specifità dell’ambiente, la mutevolezza cangiante e misteriosa dell’acqua, la luminosità derivata dall’incidenza meridiana dei raggi solari che già rese stupefatto Goethe, l’incombere della grigia angosciante Rocchetta, le mille striature del verde, dal cupo al pallido, dei monti e degli olivi.Questo gli permette di sbarazzarsi con disinvoltura di due ordini di richieste venute dalla platea dei consiglieri, incagliati nella quotidianità delle polemiche sulla gestione della Lido di Riva, sull’entità delle parcelle e le modalità di affidamento degli incarichi, oppure sensibili alla lotta per rimediare un parcheggio comodo e gratuito. Esempio primo: alla domanda sui referenti locali ascoltati nella stesura della proposta, Cecchetto risponde che lui, professore ordinario di progettazione urbanistica all’Università di Venezia, titolare d’uno studio professionale di livello corrispodente, ritiene offensivo che qualcuno possa solo pensare, o peggio sospettare, che accetti l’imbeccata da uno qualsiasi dei «soliti noti» per prevedere a ridosso di viale Rovereto un’ area edificabile. Esempio secondo: la cubatura dell’ampliamento dell’hotel Lido da ricavare con un nuovo edificio a nord, nel parco, (data la prepotente individualità dell’edificio principale, è impossibile un’aggiunta di qualsiasi genere) non riguarda questa fase del lavoro. Per ora basta stabilire che sarà meno alto degli alberi e che dovrà permettere agli ospiti futuri di saziarsi gli occhi azzurro e verde: il resto va demandato ad una fase successiva, di pianificazione nel dettaglio. Idem per il numero dei posti macchina nei parcheggi su viale Rovereto, per la destinazione della Sabbioni e della Dependance, e per altre questioni analoghe. Detto questo, resta la filosofia generale dell’intervento che parte da una constatazione verificata da tutti i rivani: tra viale Rovereto, strada senz’anima che si percorre più in fretta possibile, ed il lungolago frequentatissimo estate e inverno, non c’è nulla. Ossia c’è un enorme spazio ignorato, chiuso, abbandonato, forse degradato. La prima cosa da fare dunque è recuperarlo all’uso collettivo mediante la prosecuzione (pedonale, nemmeno serve dirlo) di viale delle Magnolie fino alla Miralago. Parco con auditorium all’aperto all’inizio, dopo spostato il tennis; parco intorno all’ex autostazione (parcheggi interrati per il palacongressi); una piazza autenticamente urbana fra l’attuale palacongressi ed il suo ampliamento verso est. Poi a nord dell’asse, in sequenza partendo dall’attuale Agip, info point, area residenziale, parcheggi ed ancora parcheggi su più piani sfruttando il dislivello esistente fra strada e campagna, nuovi tennis in cima alla Miralago. A sud dell’asse, sempre nella stessa sequenza da ovest ad est, parco Cattoi, centro fitness alla Miralago con piscine coperta e scopribile: il tutto senza mai dimenticare che chi passa deve «sentire» il lago presente e vivo, vederne riflessi ed udirne la voce. Sullo sfondo orientale, dopo la strozzatura delle proprietà private, porto san Nicolò da potenziare in collegamento con la Fraglia: rappresentanza questa, ormeggi e lavoro quell’altro. Finita la filosofia Cecchetto se n’è andato: ed è cominciato il dibattito.

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