giovedì, Marzo 28, 2024
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«È un vessillo di libertà, a difesa dei valori sanciti dalla Costituzione». La festa del 4 Novembre. A Solferino e S. Martino il presidente della Repubblica si rivolge soprattutto agli studenti

Ciampi : «Un Tricolore in ogni casa»

La sorpresa dei numerosi ciclisti della domenica che arrancano sotto il sole pallido e sferzati da un'aria frizzante è avvertibile nel vedere sulle curve, in centro a Pozzolengo e poco fuori dal casello dell'autostrada a Sirmione, assembramenti di persone. Ma la gente festante e le poche bandierine tricolore, che ricordano vagamente la festa per il passaggio del Giro d'Italia, non sono per loro. L'incredulità dura poco, la fila di automobili blu con i lampeggianti in funzione scioglie tutti i dubbi. Sull'auto centrale, quella con le bandiere ai lati, si notano due figure: quella minuta del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e quella meno nota del ministro della difesa Antonio Martino. È un presidente della Repubblica amato, lo si capisce quando a Solferino abbandona la macchina per entrare nella chiesa di S. Pietro in Vincoli, dove c'è l'ossario che ospita i resti di circa 7 mila caduti della battaglia risorgimentale. Un gruppo di ragazzini urla «Viva» e Ciampi, con il fare del nonno buono, si avvicina loro a passi rapidi, li saluta, scambia frasi di cortesia travolgendo il rigido cerimoniale. Solo dopo arrivano i saluti alle autorità locali: a rappresentare la c'è l'assessore Franco Nicoli Cristiani, affiancato dall'ex ministro Maria Pia Garavaglia. L'affetto della folla si coglie ancor di più quando il presidente sfila tra gagliardetti e labari portati dagli ex combattenti raccogliendo applausi al suo passaggio. Il presidente depone una corona d'alloro all'interno dell'ossario mentre una tromba intona le note asciutte del silenzio militare; fa un rapido giro nei luoghi del paese che ricordano la cruenta battaglia del 1859, rende omaggio al memoriale della Croce rossa, l'associazione nata in questo centro proprio dopo la sanguinosa battaglia della Seconda guerra d'Indipendenza, poi riparte verso San Martino, a pochi chilometri di distanza, (l'altro centro del combattimento) attraversando le colline riverberate di rosso per i pampini che scolorano nella distesa di vigne. Non sono solo le battaglie storiche al centro del pensiero dei presenti. La notizia anticipata da Repubblica dell'uso di un contingente italiano in Afganistan in prima linea contro Bin Laden e i suoi ha bisogno di una conferma. Il ministro Martino, interpellato, rimanda a un comunicato ufficiale divulgato nel pomeriggio. Ciampi tace. Solo il generale Alberto Fiurcello, comandante delle forze di terra, fa una dichiarazione sibillina che però suona come ammissione: «Sono un soldato e noi siamo usi a ubbidire. Le scelte le fanno i politici». Nel pomeriggio, poi, si scoprirà che l'Italia entrerà nell'operazione Enduring Freedom, mettendo a disposizione navi, aerei e 1.000 uomini. Guerra a parte, il presidente Ciampi è venuto in terra bresciana il IV novembre per rilanciare due temi: l'unità nazionale sotto l'emblema del tricolore e la difesa della Costituzione, quantomeno nella sua prima parte. Lo dice chiaramente nel suo breve intervento ripreso in diretta dalla tivù di Stato. Dopo le cerimonie di rito (la fanfara della che ha suonato l'inno nazionale, il battaglione di granatieri di Sardegna schierato con la divisa tradizionale, i bersaglieri con le ghette e la guardia di finanza con la mantellina azzurra schierati come picchetto d'onore), davanti al di San Martino il presidente chiarisce: «Sono venuto su questi campi di Lombardia dove si è combattuta una delle battaglie che hanno fondato la Nazione». Incalza: «Solo la Costituzione repubblicana del '48 ha inserito i diritti fondamentali della persona e del cittadino quale fondamento della “res pubblica”. La prima parte della Costituzione è la definizione stessa di Repubblica, di un bene comune, di tutti e di ciascuno». Prosegue: «Non è un caso che i Padri Costituenti, come simbolo di questo insieme di valori fondamentali, all'articolo 12, indicarono il tricolore italiano. Il tricolore non è semplice insegna di Stato. È un vessillo di libertà, di una libertà conquistata da un popolo che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di uguaglianza, di giustizia nei valori della propria storia e civiltà». La platea è piena di parlamentari bresciani: il centrodestra schiera gli onorevoli Stefano Saglia, Adriano Paroli, Luigi Maninetti, Giuseppe Romele e il senatore Riccardo Conti. Non c'è nessuno degli eletti della Lega nord, ma non è sorprendente: la loro polemica con Ciampi non è nuova e il richiamo all'unità nazionale e al tricolore non è certo nelle corde dei «lùmbard». Per il centrosinistra ci sono l'on. Franco Tolotti e il sen. Pierluigi Petrini. In prima fila anche il presidente della Provincia Alberto Cavalli e il sindaco cittadino Paolo Corsini con fascia azzurra l'uno, fascia tricolore l'altro. Ma non è ai politici o alle altre numerose autorità che il presidente Ciampi si rivolge. Approfittando della bella giornata di sole, ha chiesto di fare il suo intervento all'aperto e qui una parte delle sedie è riservata agli studenti delle scuole superiori. L'intervento assume il tono di un dialogo con loro sulle radici della nostra storia: «Cari ragazzi – li esorta -, studiate le storie della gioventù di allora, imparate a conoscerne i nomi, a ricostruirne le letture e le azioni! Molto è vivo ancor oggi di quei valori: soprattutto è vivo lo spirito di unione fra i popoli d'Europa, che è uno dei tratti più specifici del nostro Risorgimento, fin dai moti del 1821». Non è mancata la nota personale: «Mio nonno materno partì volontario, giovanissimo, nell'esercito piemontese». L'occhio all'Europa è costante, alla «patria allargata». Parlando della battaglia di S. Martino e Solferino il Presidente annota: «Morirono anche migliaia di soldati austriaci, gli avversari di allora, con i quali oggi abbiamo istituzioni comuni, leggi comuni, una stessa moneta, gli stessi confini europei. Ho reso omaggio anche alle loro sepolture». La lezione ai giovani studenti prosegue: «La passione di quella generazione era arricchita dal senso di responsabilità, formatosi sulla conoscenza della storia e della nostra cultura. Se il movimento per la libertà italiana non fu mai grettamente nazionalistico, la ragione va ricercata nella loro formazione, nel loro bagaglio morale e culturale, racchiuso nelle opere di uno stuolo di scrittori, letterati, pensatori quali Alfieri, Foscolo, Leopardi, Manzoni, Guerrazzi, Silvio Pellico, Carlo Cattaneo, grande intellettuale, storico e, al tempo stesso, valoroso comandante dei cittadini di nelle Cinque Giornate e domani sarò in quella città per ricordarlo. I patrioti italiani furono coraggiosi – mai violenti – perchè avevano ideali. Erano pronti a rischiare per il bene comune. Li accomunava la consapevolezza che tutto ciò che potevano fare per la “res pubblica” doveva essere realizzato nel tempo loro dato dal destino, con tempestività, mettendo a frutto ogni occasione». Lancia un invito: «Adoperiamoci perchè in ogni famiglia, in ogni casa, ci sia un tricolore». Tra tanti plaudenti anche un piccolo gruppo di di esponenti del Garda Social Forum: una trentina di persone in tutto con cartelli che dicevano «No alle guerre», «Pace» e «4 novembre 2001 non festa ma lutto». Una protesta composta e silenziosa avvenuta a pochi passi dalla torre di San Martino. Dopo l'intervento, altro bagno di folla per il presidente. Molte mani strette, e un'anziano bersagliere, con le lacrime agli occhi, lo ha abbracciato. Nell'introdurre il presidente della Repubblica il responsabile della società Solferino e San Martino Fausto Fondrieschi ricorda che è il giorno dedicato a san Carlo, quindi l'onomastico del presidente. Questo fornisce lo spunto a due sorelle di Desenzano, Pina e Lalla, per attirare l'attenzione di Ciampi. «Auguri presidente», gridano quasi all'unisono e l'uomo del Colle va verso di loro e stringe la mano ad entrambe. Alla fine, pochi minuti dopo l'una, veloce corsa all'aeroporto militare di Ghedi dove sulla pista rulla già l'aereo presidenziale che riporterà il presidente a Roma.

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