lunedì, Luglio 7, 2025
HomeAttualitàComunità del Garda, il rilancio passa per la gestione dei servizi
In autunno si svolgerà un Forum per ripensare le funzioni dell’ente

Comunità del Garda, il rilancio passa per la gestione dei servizi

A quasi cinquant’anni dalla nascita, la Comunità del Garda, come l’anatroccolo di Andersen, non si è ancora trasformata in uno splendido cigno, e non è detto che le sia permesso in futuro. Se tutti ammettono la lungimiranza dell’idea che la fondò e la sua utilità, quella di concepire il Garda come un tutto unico malgrado le tre province e la trentina di comuni in cui è diviso, nella pratica ogni ente ragiona in maniera particolare e mantiene i propri ruoli gestionali. Per affrontare questo problema, che comporta la trasformazione dell’ente (ora ente morale) si dovrà cambiare lo Statuto nella direzione di una maggiore autonomia a cominciare da quella finanziaria. Inoltre la Comunità dovrà trasformarsi in organo più tecnico e meno politico di oggi. Per questo terrà in autunno un forum in cui chiederà ai soci (comuni e province) l’esclusiva di alcuni servizi, per esempio l’ambiente, la sicurezza, il turismo, quei servizi che sono di tutti. Durante la terribile siccità di questa estate, la Comunità è stato punto di riferimento istituzionale con l’Aipo, l’Agenzia che sostituisce il Magistrato del Po, oltrechè centro di informazione per tutti, a cominciare dai sindaci dei comuni, sulla situazione e sui livelli delle acque. Ha dimostrato l’errore dell’idea di cedere l’acqua del Garda alla pianura e introdurvi quella inquinata dell’Adige, con relativi danni al turismo. Il Garda, che in aprile-maggio era ad un livello alto (»130 cm sullo zero idrometrico) ha ceduto acqua lentamente così da scendere a fine luglio a 30 centimetri. Il lago, arrivato allo zero idrometrico, non può cedere altro. Ma certe idee catastrofiche, pubblicate dai giornali nazionali, come il suo svuotamento, sono quindi infondate. Una parentesi per parlare di soldi. La Comunità riceve dai comuni aderenti il 2 per mille delle loro entrate correnti, e l’1 per mille dai comuni dell’entroterra. Per esempio, i maggiori contribuenti sono Desenzano e Riva che versano fra i 20-30.000 euro, molto meno Puegnago o Solferino.

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

In Evidenza

Dello stesso argomento

Ultime notizie

Ultimi Video