Lezione di calcio e di … scienza dell’educazione a Gargnano. In cattedra l’allenatore del Chievo, Gigi Del Neri, testimonial del torneo di Gavardo. «Il calcio è un modo per stare vicino ai giovani, come capita a me, con ragazzi di 20 o 25 anni. Lavorando con una squadra come la mia, appare logico portare avanti un discorso giovanile. Abbiamo una struttura che privilegia i ragazzi, e in mezzo a loro c’è tanta gente che vuole emergere. È giusto, ma non devono dimenticare che lo sport è soprattutto educazione e la sua pratica richiede equilibrio, altrimenti una sconfitta diventa una malattia. Io ho la fortuna di lavorare con gente che di solito ha l’abitudine di vedere scivolare via in fretta la gioia per la vittoria o il rammarico per la sconfitta. Senza equilibrio e serenità si va poco lontano». Per la verità, osservando i risultati della sua squadra, i fatti sembrano dargli ragione. Del Neri analizza anche le speranze dei giovani: «Fanno bene a cercare di sfondare nel mondo del calcio, ma non devono dimenticare che sono in pochi ad arrivare, a fronte di migliaia di giovanissimi che iniziano – o cercano di iniziare – una carriera. C’è dell’altro» aggiunge l’allenatore veneto. «Dobbiamo tenere presente che in alcuni Paesi stranieri, il calcio rappresenta ancora un mezzo per uscire da situazioni di vita pesanti o addirittura insostenibili, come è stato per Luciano, giocatore brasiliano della mia squadra. Ci si può riuscire solamente lavorando sodo e lottando. Luciano, ad esempio, ha dovuto sopportare una lunga squalifica. Ne è uscito, ma soffrendo parecchio. Il calcio non è semplice come si pensa: ci sono momenti buoni ed altri meno. Ci sono partite che vinci con un tiro ed altre che perdi dopo avere bersagliato a lungo la porta avversaria». Quanto ad allenatori e dirigenti, «non dovrebbero dimenticare che un ragazzo ha il diritto di divertirsi, anche se si sta accostando al mondo del pallone». Del Neri non può sottrarsi ad una domanda sul calcio giocato: Il Chievo 2003? «Ormai siamo in salvo ed abbiamo gli stessi punti dello scorso anno. Continuiamo a lottare per ottenere il massimo, come fanno altre squadre per non essere tagliate fuori. Lo scudetto? Penso che andrà alla Juve, per la struttura della società ed il carattere della squadra».
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