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Dopo cinque anni di lavori, il restauro sta per essere completato: a Natale è prevista l’inaugurazione. La struttura della Serenissima ospiterà spettacoli, congressi e mostre

Dogana Veneta al rush finale

Per Natale 2005 la Dogana Veneta sarà pronta per essere utilizzata. Sono in dirittura d’arrivo anche gli ultimi lavori e fra poco più di due mesi la più bella struttura immobiliare mai realizzata sul lago di Garda dalla Serenissima Repubblica tornerà al suo splendore e potrà finalmente essere riutillizata per la pubblica utilità. Dopo circa un lustro di incessanti lavori di restauro sarà posta la parola fine a un impegno importante sotto il profilo strutturale e finanziario di cui il Comune ha voluto farsi carico durante l’amministrazione di Luca Sebastiano. Proprio in questi giorni sta per essere ultimata la posa della nuova pavimentazione in legno della dogana veneta. Gli operai stanno «inchiodando» le ampie doghe in legno di olmo che fungono da pavimentazione «sospesa» dell’imponente fabbricato. A operazione conclusa dovranno essere collocate le poltrone, i servizi igienici, la centrale termica e di condizionamento. Poi toccherà al collaudo degli impianti elettrici e idraulici. Il complesso relativo alla centrale termica è stato realizzao all’esterno dell’immobile, nello spiazzo antistante il monumento ai caduti. Le piogge di questi giorni ne hanno rallentato la sua completa ultimazione ma in poche giornate lavorative delle maestranze potranno vedere la luce. «All’interno ci saranno circa 350 posti a sedere», spiega l’assessore al patrimonio Fabio Marinoni, «tutti in platea. Nella zona sottostante la platea sono stati ricavati i servizi igienici e la zona magazzino. Per l’accesso sarà utilizzata la porta collocata a ridosso della chiesetta di San Nicolò, a est, mentre per le uscite di sicurezza saranno utilizzate le porte a ovest, nord-ovest e sud-ovest, in direzione lago. Dopo la zona accesso è stata realizzata la reception con il guardaroba. «La parte utilizzata per la platea», continua Marinoni, «è l’area identificata a est-nord-ovest, ovvero la metà esatta della dogana, mentre la metà restante, est-sud-ovest, è uno spazio libero e polivalente, utilizzabile per mostre, attività culturali e di spettacolo, con eventuali ulteriori posti a sedere di tipo mobile». «Riteniamo che con questo ulteriore “colpo di reni”», afferma il sindaco, «possiamo licenziare l’impegnativo lavoro di restauro di questo immobile invidiatoci da mezzo mondo. È stata un’opera faraonica, sia per i tempi intercorsi, sia per il consistente impegno finanziario per l’amministrazione comunale. Ma, a mio parere, il gioco è valso la candela. Una struttura così ben artcolata e strutturata consentirà a Lazise», prosegue Franceschini, «di ospitare manifestazioni di tipo congressuale, di spettacolo, di cultura e anche eventi ricreativi, perchè i progettisti hanno studiato a fondo gli spazi disponibili e hanno potuto realizzare un vero capolavoro».

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