Ancora nulla. Nessuna bomba è stata ripescata dalle acque del lago di Garda da quel 16 aprile dello scorso anno. O almeno nessuno, da fonte militare, ne ha dato notizia. Massimo Wilde, senatore della lega Nord, il 20 di quello stesso mese presentò un’interrogazione parlamentare per avere dal governo delucidazioni in merito. “Sto ancora aspettando una risposta – ha fatto sapere lo stesso Wilde alcuni giorni fa – È davvero deprimente”. Il senatore, che abita a Sirmione, ha confermato che poco al largo del lungolago sirmionese ci sono delle boe di segnalazione con delle bandierine, unico elemento che fa capire che la zona è ancora sotto controllo. “Ho visto anche di persona tempo fa, uscire sul lago un’equipe di ricerca ma finora non ho avuto nessun’altra notizia”. Dunque, ancora nulla. Appare evidente, a questo punto, dopo mesi di perlustrazioni subacquee, prima davanti a Maderno, poi davanti a Garda e, infine, a Sirmione, che le bombe sganciate da un caccia F 15 al ritorno da Kosovo, andranno, molto probabilmente, ad arricchire l’arsenale bellico dei fondali lacustri, così come molte altre sono andate ad arricchire quelli dell’Adriatico.